Il “Capitalismo della Sorveglianza”: dall’innovazione alla dominazione digitale. – Parte seconda
di PAOLO POLETTI ♦
- Regolamentazione e futuro.
A livello globale, le normative per contrastare il capitalismo della sorveglianza sono ancora deboli. Tuttavia, alcuni paesi stanno cercando di introdurre regolamenti più severi:
- Regolamento Europeo AI Act: cerca di limitare gli abusi legati all’intelligenza artificiale e alla raccolta dati, ma incontra forti resistenze dalle big tech;
- GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati): introdotto dall’Unione Europea nel 2018, impone limiti alla raccolta e all’uso dei dati personali, ma la sua applicazione è ancora insufficiente;
- nuove proposte negli Stati Uniti: la Federal Trade Commission (FTC) sta cercando di imporre maggiori restrizioni alle piattaforme, ma le pressioni delle lobby tecnologiche rallentano i progressi.
- L’Intelligenza Artificiale: definizione e implicazioni.
L’intelligenza artificiale (AI) è stata definita da Ilya Sutskever come “cervelli digitali dentro grandi computer”. In questo contesto, i data center giocano un ruolo cruciale, alimentando applicazioni di AI, cloud computing e social media, ma sollevano problemi di sostenibilità e consumo energetico.
È un sistema capace di apprendere, adattarsi e prendere decisioni autonome basate su dati, replicando comportamenti umani complessi. È inclusa la comprensione del linguaggio naturale, la percezione visiva, la pianificazione e il processo decisionale. L’IA si basa su tecnologie quali l’apprendimento automatico, le reti neurali artificiali, l’elaborazione del linguaggio naturale e la robotica e permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, agire verso un obiettivo specifico
Una distinzione fondamentale riguarda il ruolo dell’AI come “agente per” o “agente di”:
- agente per: un’entità che agisce in nostra vece, come uno strumento che automatizza processi burocratici;
- agente di: un’estensione delle nostre capacità cognitive, influenzando direttamente la nostra conoscenza e decisioni.
L’AI viene sicuramente percepita come un “agente di” e si inserisce in un processo di co-evoluzione con l’uomo, implicando:
- responsabilità condivisa: le decisioni AI restano legate ai dati e alle intenzioni umane;
- simbiosi uomo-macchina: l’AI non è solo uno strumento, ma un’estensione dell’intelligenza umana;
- etica e controllo: l’AI non è indipendente dall’uomo e necessita di supervisione.
- La Corsa all’AGI e il ruolo delle Big Tech.
Demis Hassabis (DeepMind) e Sam Altman (OpenAI) hanno guidato la corsa all’Intelligenza Artificiale Generale (AGI), con visioni diverse: Hassabis mirava alla scoperta scientifica, Altman alla creazione di ricchezza. Tuttavia, l’assenza di trasparenza nei modelli AI di aziende come OpenAI e Google solleva interrogativi su responsabilità e accesso ai dati.
Uno studio di Stanford ha evidenziato una grave mancanza di trasparenza nel settore, mentre le istituzioni pubbliche rimangono sottofinanziate. A parte l’AI Act dell’UE, la regolamentazione è minima, permettendo alle big tech di operare senza vincoli chiari.
- Rischi e implicazioni sociali.
Perdita di controllo: il dominio di poche aziende limita la regolamentazione efficace.
Disuguaglianze sociali: l’accesso alle risorse per l’AI è limitato a pochi attori.
Bias nei modelli AI: l’addestramento su dati umani amplifica stereotipi e discriminazioni.
Un caso rilevante è la personalizzazione estrema di piattaforme come Netflix e Amazon, che creano bolle informative e favoriscono la manipolazione delle scelte individuali. Inoltre, chatbot come quelli di Character.ai mostrano rischi di isolamento sociale (si tratta di una piattaforma basata su intelligenza artificiale che permette agli utenti di interagire con chatbot avanzati, detti characters, progettati per simulare personalità specifiche, reali o di fantasia. Utilizza modelli di linguaggio avanzati per generare risposte contestuali e coerenti, consentendo conversazioni personalizzate. Gli utenti possono creare e addestrare i propri characters, definendone il comportamento e lo stile comunicativo), mentre dispositivi indossabili come Tab. sollevano preoccupazioni per la privacy (Tab. – Tab dot è una piattaforma AI avanzata che aiuta gli utenti a organizzare, sintetizzare e generare contenuti in modo efficiente, anche attraverso il riconoscimento vocale dei partecipanti ad una riunione e relativa trascrizione. È progettata per migliorare la produttività, facilitando la gestione delle informazioni e la scrittura, spesso integrandosi con altri strumenti digitali per ottimizzare il flusso di lavoro).
PAOLO POLETTI
