IO STO CON I PESCI – L’azione umana associata a un Codice di comportamento di consumo di prodotti della pesca basato su strategie di economia circolare 17. Cap6.

di GIORGIO CORATI

L’argomentazione di questo documento si basa su concetti di economia circolare e di consumo sostenibile; propone al consumatore un Codice di consumo, ipotizzandone i vantaggi e i benefici generali. Si tratta di una risposta concreta alla necessità rivelata di conoscere e capire quali azioni possono essere adottate e attuate per procedere lungo una traiettoria di consumo sostenibile dei prodotti della pesca.

RIPRESO.*

Ettore: “Sono proprio soddisfatto, Giorgio. Ora… però… dopo aver gustato biscottini di Natale e spumante, non sono proprio così concentrato per ascoltarti!”

Marta: “Veramente gustosi i biscottini di tua zia, Giorgio. Puoi richiederle la ricetta per me?”

Sarà difficile averla. Magari diventerà una sorta di lascito… riportata sul classico quadernuccio o su un foglio di ritaglio di un vecchio diario. Chissà!

Ettore: “Già. I nostri biscottini di Natale… ottimi per una gustosa pausa”.

Ora, però, riprendiamo. Marta, Ettore… In precedenza ho parlato di tattica e di strategia così come le considero legate alle “AttuAzioni”. Ora, Ettore, come mi hai chiesto prima, riprendo dal “principio di precauzione” e dall’“approccio ecosistemico” su cui si basano le “AttuAzioni”.

Vi ricordo che il Codice è costituito da tre modalità di “Macro azioni”, che vedremo bene in seguito. Ciascuna “Macro azione” è definita con un proprio obiettivo e da dieci azioni “utili”, denominate “AttuAzioni C0/C9”, che costituiscono un quadro concettuale definibile “Quadro delle 9C”. Ebbene, le “AttuAzioni” basano il loro concetto sul “principio di precauzione” e sull’“approccio ecosistemico”.

Il “principio di precauzione” è citato nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea:1 in questo lavoro il concetto è inteso come approccio di tipo “tattico”. Inoltre è da considerare importante anche l’Approccio precauzionale della pesca (FAO, 1996).2

L’“approccio ecosistemico”,3 in questo lavoro, è considerato di tipo “strategico”, ritenendo utili anche le raccomandazioni contenute nella Reykjavik Declaration (FAO, 2001),4 a cui ho già accennato.

Entriamo ora nel vivo… Come è noto, il “principio di precauzione”, in merito agli ecosistemi marini, è connesso allo stato degli ecosistemi stessi, nonché a dati, talvolta incompleti, associati a incertezza sulle dimensioni (la biomassa) delle popolazioni ittiche in generale e a stime derivanti dalla carenza di raccolta e di monitoraggio di dati scientifici complessivamente soddisfacenti e condivisi. Il “principio di precauzione”, così come espresso, è orientato alla tutela della biodiversità ittica soggetta all’attività alieutica e considera un livello minimo di sicurezza per la risorsa, che come si sa è parte del capitale naturale. Il “principio” prevede definite quote di consumo, fino a un livello massimo di “capitale critico”, cioè fino a un livello massimo di catture consentite che non intacchi i limiti di sicurezza dati (o definiti) a priori.

Il “principio di precauzione” è considerato, dunque, come necessario, al fine di favorire un consumo sostenibile e a incoraggiare attività di pesca che assicurino o possano garantire anche l’attenuazione degli impatti negativi negli areali di pesca e nell’ecosistema marino locali, nonché per favorire la minimizzazione del depauperamento di biodiversità ittica.

Riguardo all’“approccio ecosistemico”, il riferimento è al perseguimento e al mantenimento di un equilibrio biologico che possa conciliare sia l’esigenza di mantenere nel lungo periodo un’adeguata integrità delle risorse ittiche, dell’ecosistema marino locale e le sue “funzioni (prettamente) ecosistemiche” sia la valorizzazione delle funzioni alimentare, sociale ed economica del settore economico della pesca.

Spero fin qui sia tutto chiaro.

Marta: “Si, per me lo è”.

Ettore: “Prosegui pure…”.

Allora… entriamo ancora di più nel dettaglio.

L’“approccio tattico” delle “AttuAzioni C0/C9”, associato al “principio di precauzione”, è relativo al recupero per un utilizzo delle specie locali tipiche e a un possibile ripristino generalizzato delle stesse: in sostanza si tratta di contrastare e minimizzare gli effetti negativi associati al consumo che investono la risorsa. L’“approccio” è inteso anche come possibilità di rafforzamento della dignità del valore e del significato del pescato locale e del pescato “di prossimità”, quale risorsa alimentare, e di una possibile opzione per un più equo equilibrio con i prezzi di mercato riferibili al complesso delle varietà di specie potenzialmente disponibili in natura. In tal senso anche pescatori o produttori primari, grossisti e distributori dovrebbero trarne un vantaggio.

è importante chiarire che per “comportamento tattico” si intende l’individuazione e il mantenimento di modalità per attuare e agire un comportamento di consumo il più adeguato e il più possibile utile a raggiungere il fine individuato dal Codice, vale a dire il mantenimento di un buono stato di biodiversità – come condizione di equilibrio tra popolazioni ittiche e tra queste e l’ecosistema – nonché sostenere la sostenibilità del consumo presente e di quello potenzialmente futuro. Si tratta di un fine che accresce il benessere collettivo, ritenendo che tale fine comune – nel senso di disponibilità nel flusso del tempo della risorsa ittica che è un bene comune – possa essere assimilabile all’utilità pubblica come, ad esempio, nella riflessione socioeconomica duecentesca che considera utile ciò che rappresenta un reale bisogno da soddisfare, un bisogno necessario per vivere.

Eccoci arrivati anche all’“approccio strategico” delle “AttuAzioni C0/C9”… L’“approccio” è orientato alla sostenibilità e alla prosocialità. Mira alla prevenzione del depauperamento della risorsa, al mantenimento di un buon livello dimensionale (la biomassa) della risorsa stessa – cioè entro livelli biologicamente sostenibili che permettano riproduzione, accrescimento e reclutamento degli individui di ciascuna specie, aggiungendosi alle popolazioni originarie e per divenire frazioni sfruttabili ai fini della cattura e del consumo (stock). L’“approccio strategico” mira anche alla prevenzione e all’attenuazione delle conseguenze e degli impatti negativi generati e esercitati dall’atto di consumo. In estrema sintesi, l’“approccio” corrisponde a un agire collaborativo che prevale sull’interesse (o benessere) personale e si connette all’interesse (o benessere) generale (o collettivo).

Abbiamo già parlato di decisioni e comportamenti opportunistici altrui… ricordi Ettore?

Ettore: “Certo, se ben ricordi, ho anche affermato che secondo me le decisioni di consumo proiettano i loro effetti al di là dello scopo immediato che si propongono di raggiungere”.

Già. Decisioni e comportamenti opportunistici altrui, sebbene siano tipici della natura umana, anche se non sono desiderabili non possono o almeno non dovrebbero essere ritenuti un freno all’“approccio strategico” individuale.

Comunque, generalmente, una strategia prevede che la propria decisione possa dipendere da una valutazione preventiva rispetto alle scelte possibili e ai comportamenti altrui, sebbene, comunque, vi siano coloro che agiscono in modo erratico o definibile irrazionale, per cui è difficile avanzare ipotesi o strategie.

La strategia, tuttavia, può indurre a non rivelare le proprie intenzioni. Sebbene il consumatore sia mosso da un legittimo interesse di mera soddisfazione personale, un ruolo fondamentale nella visione del ribaltamento dell’interesse individuale su quello generale è dato verosimilmente … concedetemi questo avverbio… anche dal livello formativo e virtuoso raggiunto dal consumatore in quanto tale, nonché dal suo ethos e dalla sua visione di società.

Ora ho bisogno di un’attenzione particolare, prima di spiegare in dettaglio ogni singola “AttuAzione”. Ribadisco che l’ottica dell’Approccio “C0/C9” pone il comportamento di consumo lungo la transizione dal modello dell’economia lineare, dall’“AttuAzione C9”, verso il paradigma dell’economia circolare, all’“AttuAzione C0”.

Pur nella consapevolezza di ripetere affermazioni già ampiamente descritte, ribadisco che la logica di attuazione considera, in ordine di priorità, la massimizzazione del valore e l’utilizzo dello “scarto”; considera, dando anche importanza alla cosiddetta “stagionalità del pescato”, la riduzione del consumo di specie definite di pregio o maggiormente “commerciali” dall’attività di pesca, nonché una minore pressione esercitata sulla capacità di riproduzione e di rinnovamento delle specie ittiche in generale; considera un maggior utilizzo di specie cosiddette “minori” e di quelle valutate di “scarto”, per favorire nel flusso del tempo la sostenibilità del consumo – tale sostenibilità può essere sostenuta attraverso il cambiamento di un concetto, direi… di consumo fine a se stesso, che è agito spesso in modo meccanico, frettoloso e, a volte, senza un’effettiva intenzionalità. La logica, inoltre, sempre in ordine di priorità, considera la conseguente adozione o attuazione di “buone pratiche”, nell’evoluzione verso un “comportamento di consumo rinnovato”, fino al raggiungimento di un comportamento prosociale di consumo a sostegno sia del mantenimento di un buono stato di biodiversità sia della sostenibilità del consumo intra- e intergenerazionale.

Ora… però… Che ne dite di una pausa caffè? Rimando a dopo le singole “AttuAzioni” in dettaglio.

 

GIORGIO CORATI

CLICK PER HOMEPAGE

 

Bibliografia
* Pubblicato il 18 dicembre 2024 su https://spazioliberoblog.com/2024/12/18/io-sto-con-i-pesci-lazione-umana-associata-a-un-codice-di-comportamento-di-consumo-di-prodotti-della-pesca-basato-su-strategie-di-economia-circolare-16-cap6/.
[1] Il “principio di precauzione” è citato nella versione consolidata del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Parte Terza – Politiche e azioni interne dell’Unione europea. Titolo XX – Ambiente. Art. 191 (ex Art.174 del TCE).
Sito web consultato il 19 dicembre 2021: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM%3Al32042.
2 FAO. (1996). Approccio precauzionale della pesca. Sito web consultato il 23 maggio 2022:
https://www.fao.org/commonpages/search/en/?q=The%20Precautionary%20Approach%20to%20fisheries%20and%20its%20implications%20for%20fishery%20research%2C%20technology%20and%20management%3A%20an%20updated%20review%20%20%5B1996%5D.
3 Vedi, http://www.mite.gov.it. Ministero della Transizione Ecologica, Mite.
Sito web consultato il 19 dicembre 2021: https://www.mite.gov.it/pagina/approccio-ecosistemico.
4 FAO. (2001). Reykjavik declaration on responsible fisheries in the marine ecosystem. Reykjavik Conference from 1 to 4 October 2001. Sito web consultato il 02 febbraio 2022: https://www.fao.org/3/y3545t/y3545t01.htm.