IO STO CON I PESCI – L’azione umana associata a un Codice di comportamento di consumo di prodotti della pesca basato su strategie di economia circolare 16. Cap6.

di GIORGIO CORATI ♦

L’argomentazione di questo documento si basa su concetti di economia circolare e di consumo sostenibile; propone al consumatore un Codice di consumo, ipotizzandone i vantaggi e i benefici generali. Si tratta di una risposta concreta alla necessità rivelata di conoscere e capire quali azioni possono essere adottate e attuate per procedere lungo una traiettoria di consumo sostenibile dei prodotti della pesca.

RIPRESO.*

Ettore: “Sono proprio soddisfatto, Giorgio. Ora… dopo aver gustato il tuo pranzo così delizioso, sono quasi pronto a continuare l’ascolto!”

Marta: “Veramente… devo dire che quello che hai preparato, Giorgio… è proprio un pranzo sfizioso”.

Dovete considerare le “AttuAzioni  “C0/C9” come “mezzi” per il raggiungimento dell’obiettivo della “Macro area” a cui sono associate… dopo vi dirò meglio delle “Macro aree”… le “AttuAzioni” sono utili per il raggiungimento dello scopo o del fine nella cui visione sono attuate, nonché al raggiungimento dell’obiettivo generale. Possono essere anche definite come modi e modalità concrete, utili al fine di favorire decisioni di acquisto e di consumo sostenibili e, in sostanza, come “buone pratiche” orientate al consumo del maggior numero potenziale di specie ittiche, al fine di favorire l’equilibrio tra specie e il mantenimento di un buono stato di biodiversità, riducendo al contempo lo spreco, lo “scarto” e l’eccessivo utilizzo incentrato generalmente soltanto su specie considerate, a torto o a ragione, di pregio.

Ettore: “Bene, Giorgio… Ho una domanda… puoi spiegarmi il concetto di queste “AttuAzioni”?”

 

Le “AttuAzioni C0/C9” sono concepite come singole azioni tra loro correlate, fanno parte dell’esecuzione di una strategia individuale rispetto alla quale, oltre all’intenzione e alla volontà di agire, è rilevante anche il significato che il consumatore attribuisce a ciascuna azione da intraprendere, nonché una conseguente opinione personale.

Il concetto, Ettore… è assimilabile al concetto di “azioni umane utili” espresso da Menger (2001, [1871])…1 Ettore… parlo di uno degli economisti definiti marginalisti. Nel suo lavoro dal titolo Principi di economia politica, Menger considera i beni economici come mezzi per soddisfare i bisogni umani… Possiamo leggerlo alle pagine 53 e 54… Ebbene, se nel pensiero dell’economista austriaco le “azioni umane utili” sono una categoria di beni distinta dai beni che definisce “materiali”, [e] “fra le quali”, [cioè le azioni umane], “le più importanti sono le prestazioni lavorative”, allora le “AttuAzioni” possono essere considerate beni con i quali poter soddisfare un bisogno umano come quello di “procurarsi” del cibo sul mercato. Devo aggiungere che ritengo il cibo non esattamente al limite della materialità per essere considerato un bisogno “materiale”. In tal senso, dunque, le “AttuAzioni” sono dettate dalla volontà del consumatore, considerate quali “azioni umane utili con natura di comportamenti di consumo proattivi e prosociali” con in sé un “seme” di utilità sociale quale processo razionale libero, intenzionale e volontario.

Marta: “Sono delle regole… appunto, le regole del Codice di consumo che proponi… in buona sostanza”.

Esatto, Marta. Le “AttuAzioni” sono assimilabili a regole di condotta, i cui benefici possono esplicarsi a favore di tutti e, come sostiene Smith (2001 [1759])2 a pagina 333, punto 12. della sua Teoria dei sentimenti morali, […] “una volta fissate nella nostra mente con unabituale riflessione”, [le regole di condotta, per l’appunto… Ettore] “sono di grande utilità per correggere le erronee interpretazioni dellamor di sé riguardo a ciò che è giusto e appropriato fare nella nostra particolare situazione”.

Devo aggiungere, comunque, che le “AttuAzioni” non sono beni economici, ma i loro effetti certamente determinano benefici anche di tipo economico. D’altronde, mi pare di aver già chiarito o comunque di aver già detto di tali benefici. In ogni modo… tra poco torno su questa questione.

Continuando con la spiegazione… il concetto delle “AttuAzioni” è basato sul principio di precauzione e sull’approccio ecosistemico: in questo lavoro, il principio di precauzione è inteso come approccio di tipo “tattico” e… anche l’Approccio precauzionale della pesca (FAO, 1996)3 è da considerare importante; mentre l’approccio ecosistemico 4 delle “AttuAzioni” è considerato di tipo “strategico”, ritenendo utili anche le raccomandazioni contenute nella Reykjavik Declaration (FAO, 2001).5

 

Ettore: “… Principi, approcci!… tattica, strategia… Giorgio! Vorrei capire meglio”.

Nessun problema, Ettore. Certamente… capisco. Dico subito di tattica e di strategia. Ho già accennato, dunque, al consumo come possibile strategia di circolarità e di sostenibilità. Il consumo ha, in effetti, caratteristiche di strategicità in senso lato, oltre a caratteristiche di tatticismo, e può essere strategico anche nello spirito o nella visione dell’autonomia alimentare ma in ottica non autarchica, sia chiaro.

Nel contesto del mercato dei prodotti della pesca e dell’“Economia Blu” in generale, le “AttuAzioni” sono coerenti, come dicevo, sia con il principio di precauzione citato nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE)6 sia con l’approccio ecosistemico;7 hanno caratteristiche di strategia e di tatticismo diremo di tipo proattivo e prosociale e sono concepite per poter essere in grado di rispondere, come sostiene l’ONU (1987, 3.Sustainable Development),8 […] “alle necessità del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie”, così, Ettore, come nell’ottica del concetto di Sviluppo sostenibile di cui abbiamo già detto.

In estrema sintesi, le “AttuAzioni” possono essere adottate e mantenute nella convivenza con il “solito comportamento di consumo”, sollecitando e spingendo a trasformare “vecchie” pratiche in “nuove” “buone pratiche”, orientandosi, queste ultime, lungo la “traiettoria della sostenibilità”.

È ipotizzabile, inoltre, che delle “buone pratiche” possano favorire anche attività di lavorazione e di trasformazione del pescato, tecniche di cattura maggiormente ecosostenibili e biocompatibili con gli ambienti marini, e non da ultimo… ecco alcuni esempi di benefici di tipo economico, Ettore… oltre a ipotizzare che possano determinare un’opportunità per la creazione di un nuovo spazio di mercato, è possibile che “nuove buone pratiche” possano sostenere ricerca e sviluppo, eco- e bioinnovazione e l’attivazione di nuovi servizi e di prodotti dedicati anche all’esportazione.

Marta: “Interessante… Mi pare convincente la questione dei benefici di tipo economico. Certamente, come sempre, tutte le parti interessate… mi riferisco a quelle che sono definite come portatori di interesse attivo… devono necessariamente assumere un ruolo che, qui per semplicità, definirei proattivo. Il consumatore è soltanto uno di loro… ma è fuori discussione che il suo ruolo sia concretamente fondamentale nella relazione con gli altri portatori di interesse similari e ovviamente anche nel mercato, tramite, parafrasando quanto sostenuto da Hutt (1936),9 il proprio potere sovrano”.

Sei d’accordo anche tu con Marta, Ettore?

Ettore: “Che dire su quanto afferma Marta! Mi sembra un ragionamento logico, che fila. È chiaro che in ogni relazione occorre essere comunque almeno in due… non dico nulla di nuovo. Qui appare chiaro, almeno dialetticamente, che delle “pratiche” definite come buone, cioè migliori di quelle solite e che quindi guardano anche alla sostenibilità futura del consumo… e mi fermo al  tema del consumo… dicevo… che delle “buone pratiche” sono già di per se apprezzabili ma di fatto… la loro adozione dipende soprattutto da come pensa, giudica e decide già il singolo consumatore. Dico singolo, perché vorrei considerare e sostenere che ogni singolo consumatore che si aggiunge agli altri contribuisce strategicamente a determinare una moltitudine!”

Marta: “Qualcuno potrebbe dissentire da questa visione di una possibile sommatoria. Sembra quasi… che dire… diciamo, sembra l’inizio di una storia a lieto fine! Ma non è così, a parer mio. Credo che la questione non sia poi così banale e ricredersi, osservando i comportamenti dei consumatori, può essere di conforto in tal senso, anche per non sminuire le capacità di agire e di fare del consumatore”.

Bene, carissimi amici miei… In buona sostanza parliamo di strategie.

Si tratta di strategie tendenti a supportare la sostenibilità del consumo attraverso il “cambiamento” di un concetto di consumo molto spesso fine a se stesso, talvolta caratterizzato da effimeratezza, nell’evoluzione verso un “comportamento di consumo rinnovato”, fino al raggiungimento di un comportamento prosociale di consumo a sostegno di una disponibilità costante della risorsa ittica della quale vale la pena ricordare il suo valore di bene comune.

Ora, però, concedetemi una pausa. Sul principio di precauzione e sull’approccio ecosistemico delle “AttuAzioni” vorrei soffermarmi più tardi, Ettore. Ah… dimenticavo… Poi vi dirò anche delle “Macro aree” a cui ho accennato prima. Ora vedo bene una pausa per gustare… Che ne dite del nostro dolce natalizio della tradizione?

Marta: “Le biscuttine! Vero?… si, ottimo!”

Già. I biscottini di Natale… ottimi per una breve e gustosa pausa. Li ha preparati una delle mie zie che, a suo dire, nessuno li prepara come fa lei. Ma si sa, ognuno ha la migliore ricetta! A noi, che non siamo capaci di prepararli, resta l’arduo compito di giudicarne il gusto, assaggiando le biscuttine di tutti.

Ettore sorride, allarga le braccia e compiaciuto lancia un monito: “Se andiamo avanti così, di questo passo, mi fermo a casa tua, Giorgio… per tutte le feste di Natale!”

 GIORGIO CORATI

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Bibliografia
* Pubblicato l’11 dicembre 2024 su https://spazioliberoblog.com/2024/12/11/io-sto-con-i-pesci-lazione-umana-associata-a-un-codice-di-comportamento-di-consumo-di-prodotti-della-pesca-basato-su-strategie-di-economia-circolare-15-cap6/.
[1] Menger, C. (2001 [1871], pp.53-54). Principi di economia politica. A cura di Raimondo Cubeddu. Introduzione di Karl Milford. Soveria Mannelli (CZ): Rubbettino.
[2] Smith, A. (2001 [1759], p.333, 12.). Teoria dei sentimenti morali. TMS. Introduzione e note di Caldano, E.. Traduzione di Di Pietro, S.. Bergamo: Rizzoli.
[3] FAO. (1996). Approccio precauzionale della pesca. Sito web consultato il 23 maggio 2022:
https://www.fao.org/commonpages/search/en/?q=The%20Precautionary%20Approach%20to%20fisheries%20and%20its%20implications%20for%20fishery%20research%2C%20technology%20and%20management%3A%20an%20updated%20review%20%20%5B1996%5D.
[4] Approccio ecosistemico: vedi, http://www.mite.gov.it. Ministero della Transizione Ecologica, Mite.
Sito web consultato il 19 dicembre 2021: https://www.mite.gov.it/pagina/approccio-ecosistemico.
[5] FAO. (2001). Reykjavik declaration on responsible fisheries in the marine ecosystem. Reykjavik Conference from 1 to 4 October 2001. Sito web consultato il 02 febbraio 2022: https://www.fao.org/3/y3545t/y3545t01.htm.
[6] Il principio di precauzione è citato nella versione consolidata del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Parte Terza – Politiche e azioni interne dell’Unione europea. Titolo XX – Ambiente. Art. 191 (ex Art.174 del TCE).
Sito web consultato il 19 dicembre 2021: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=LEGISSUM%3Al32042.
[7] Vedi http://www.mite.gov.it. Ministero della Transizione Ecologica, Mite.
Sito web consultato il 19 dicembre 2021: https://www.mite.gov.it/pagina/approccio-ecosistemico.
[8] ONU. Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo, WCED. (1987, 3.Sustainable Development). Report of the World Commission on Environment and Development: Our common future. Nota: Il documento è anche noto come “Rapporto Brundtland”.
[9] Vedi, Hutt, W.H. (1936). Economists and the Public: A Study of Competition and Opinion. London: J. Cape.