IO STO CON I PESCI – L’azione umana associata a un Codice di comportamento di consumo di prodotti della pesca basato su strategie di economia circolare 10. Cap4.
di GIORGIO CORATI ♦
L’argomentazione di questo documento si basa su concetti di economia circolare e di consumo sostenibile; propone un Codice di consumo, ipotizzandone i vantaggi e i benefici generali.
RIPRESO.*
Nell’articolo che segue riporto la conversazione in merito che intrattengo con il mio amico Ettore.
Allora, Ettore, vogliamo riprendere la chiacchierata? Fin qui, tutto bene?
Ettore: “Tutto bene. Si… Sai stavo ripensando alle “relazioni” tra soggetti nel mercato. Beh… possiamo dire che tale relazione dipende anche dalla dinamica evoluzionista dei loro rapporti?”
Beh, Ettore… Stiamo parlando di comportamento di consumo. Le “relazioni contrattuali” tra soggetti nel mercato degli scambi sono fondamentali come detto, affinché ciascun soggetto possa esprimersi agendo alla pari nel ruolo di “protagonista” con tutto il proprio potere contrattuale e essere riconosciuto e considerato come tale dall’altro.
Per risponderti dico che le “relazioni contrattuali” negli scambi determinano un continuo confronto tra le parti in causa. Una possibile tendenza di tali relazioni, se la consideriamo come un circolo virtuoso che si autoalimenta nel tempo, dipende certamente anche dalla dinamica evoluzionista dei rapporti tra soggetti stessi.
Bene. Ora, però Ettore, è il momento di introdurre e definire nell’argomentazione il concetto di “buone pratiche”, parliamo, cioè, di azioni realistiche e concrete da adottare e attuare.
Da subito, però, devo dire dell’esistenza di tecniche che sono definite Migliori Tecniche Disponibili, MTD. Gli Inglesi le chiamano “Best Available Technology”, BAT. Si tratta delle migliori tecniche di riferimento per l’innovazione ed il miglioramento dei cicli produttivi. D’accordo?
Bene. Alla stessa stregua delle Migliori Tecniche Disponibili, quali misure maggiormente efficaci per raggiungere un elevato livello di protezione ambientale, come contrasto delle emissioni derivanti dai processi produttivi e come miglioramento nell’uso delle risorse, così l’adozione e l’attuazione di “buone pratiche” di consumo note e condivise sono una possibile soluzione utile per risolvere problemi di insufficiente informazione, oltre che per ridurre al massimo le asimmetrie informative in merito a cosa fare o come comportarsi per orientarsi lungo la traiettoria della sostenibilità. Insomma una spiegazione un poco lunga, che lascia senza fiato, ma doverosa, Ettore.
Ora… una “buona pratica” nel contesto dell’attuale “transizione ecologica”, che è detta anche “transizione verde”, si riferisce sia a modalità di uso sia a modalità di utilizzo di materie prime e di materie prime seconde nel processo di progettazione e produzione di prodotti semilavorati o prodotti finiti nell’ottica dell’economia circolare. Modalità di uso e di utilizzo orientate alla sostenibilità sono utili al fine di ridurre la dipendenza dall’estrazione delle risorse e, conseguentemente, contenerne sia l’uso sia la contestuale dissipazione, oltre a contenere, ridurre o eliminare le esternalità negative di produzione. Parliamo anche di risorse ittiche e in questo caso anche di esternalità negative di consumo, ovviamente. Inoltre, l’ottimizzazione dei processi di produzione, come migliore assegnazione di risorse con il maggior impiego di quelle recuperate/riciclate, determina un maggior grado di sostenibilità e, secondo il paradigma dell’economia circolare, di circolarità.
Nel contesto del consumo alimentare di prodotti della pesca, Ettore… certamente valido anche in quello della produzione primaria del pescato, delle “buone pratiche” sono sia quelle prettamente di consumo sia quelle che si riferiscono al recupero dello scarto biologico della risorsa. Queste ultime, in particolare, possono considerarsi come “generatrici” di materia prima seconda. Ettore… nel caso specifico si tratta di nutrienti o di flusso biologico da cui origina nuovo valore ovvero materia seconda di tipo biologico utile per nuovi processi produttivi che, altrimenti, sarebbe soltanto un rifiuto da gettare via.
Ettore: “Che spreco!”
“Buone pratiche”, concedimelo, Ettore… sono azioni “utili” quali elementi cardine che possono risultare funzionali anche per una strategia pubblica come una Strategia di sviluppo locale SSL, ad esempio.
In questo documento, Ettore, per “buona pratica”, di acquisto e di consumo, si intende quell’azione costante, significativa e immanente, durante la quale il consumatore, che l’adotta e la intraprende, tende a maturare un’esperienza orientata da un comportamento consapevole, eticamente responsabile e proattivo. Per inciso, Ettore, riguardo al termine esperienza, si tratta dell’acquisizione di conoscenza mediata tra il proprio comportamento di consumo e la realtà osservata. È quell’azione, associata alla “transizione verso la sostenibilità”, che mira al raggiungimento dei migliori risultati possibili sia in relazione al contesto in cui viene attuata sia alle criticità riscontrate nell’evoluzione del suo obiettivo, oltre che dal fine ultimo che si prefigge il consumatore che la intraprende.
In buona sostanza, amico mio, l’obiettivo di una “buona pratica”, per il consumatore che la pone in essere, è lo sviluppo di una conoscenza individuale, ancor prima che possa essere diffusa o che possa essere condivisa con e da altri consumatori, mentre il fine ultimo può essere caratterizzato anche da obiettivi e benefici comuni, prosociali. Per quanto concerne una “buona pratica” nel comportamento di consumo di prodotti della pesca, in termini di modi, modalità e di tipologia di specie, un fine prosociale può determinare possibili efficaci effetti, conseguenze e ricadute positive in quanto alle risorse utilizzabili e disponibili nel flusso del tempo, nonché sugli ecosistemi naturali, sugli stili di vita degli uomini e, non da ultimo, sulla generale capacità biofisica del Pianeta di soddisfare le esigenze alimentari in costante crescita.
In linea con i concetti di senso comune di “transizione verso la sostenibilità” e, come ti dirò meglio in seguito, di “cambiamento”, ebbene Ettore, l’adozione e l’attuazione di “buone pratiche” di acquisto e di consumo sono contributi sostanziali a favore e a supporto del concetto di sostenibilità che ho già esposto e della disponibilità delle risorse ittiche nel flusso del tempo.
Ettore: “Bene, interessante. Continua, pure”.
Ho già accennato del possibile ruolo da “protagonista” nel mercato da parte del consumatore e dell’opinabile sua capacità di poter effettivamente rivestire tale ruolo in forte autonomia e in modo consapevole, giusto, cioè consono all’effettiva intenzione maturata e manifestata con la propria volontà. Dato il suo potere contrattuale in termini di disponibilità a pagare, il consumatore non soltanto prende decisioni bensì in tal senso può assumere un ruolo sempre più rilevante nel mercato.
Ettore:” Lo penso anch’io e credo di essere in buona compagnia”.
Può! Ettore… Il consumatore può assumere tale ruolo se tende a “rinnovarsi”, lasciandosi alle spalle un processo meccanico di consumo e mostrando capacità e volontà di cambiamento. Può assumere un ruolo decisivo se manifesta coscientemente e proattivamente la sua volontà o afferma la sua autodeterminazione di attuare e mantenere un comportamento di consumo orientato alla sostenibilità, avendo valutato i propri modi e modalità di consumo anche sulla base del proprio ethos e del proprio senso di responsabilità sociale. Il punto di vista o meglio l’ottica del consumatore, dunque, può essere di lungimiranza, mantenendo ben presente tale caratteristica nel tempo, oppure può persistere in uno stadio di assuefazione alle consuetudini, alle convinzioni o alle convenzioni con una visione che è stata già definita come caratterizzata da miopia. Certamente, come detto, il consumatore è mosso o “percorso” da una moltitudine di motivazioni; sicuramente sa il fatto suo, chi può opinare ciò… tuttavia, Ettore, a volte il consumatore decide o sceglie suo malgrado. Comunque, il consumatore è costretto da vincoli di varia natura. Del resto, Ettore, ne abbiamo già parlato poco fa, ricordi?
Ettore: “Si, si… aggiungerei pure che il consumatore soggiace anche a quelli che sono i limiti umani, espressi sia in termini di conoscenza posseduta e ottenibile, ma si confronta anche con la propria capacità nell’assegnare valore sia ai piaceri sia alle conseguenze derivanti dalle proprie azioni intraprese”.
Beh, in questi termini, allora, possiamo dire che spesse volte, non esistendo certezze, riguardo ai risultati che si possono realizzare scegliendo un’alternativa possibile, si può ritenere soddisfacente quella soluzione che, una volta adottata, può rivelarsi o può risultare maggiormente attraente rispetto a quella tralasciata e che magari è soltanto potenzialmente la soluzione migliore. Comunque sia Ettore, l’apprendimento come ulteriore conoscenza è utile e si rivela tale anche per il consumatore, poiché nel suo percorso egli tende a migliorarsi e, mentre evolve, tende ad assumere quella consapevolezza che può consentirgli di cambiare in meglio e di orientare le proprie azioni… come si dice in gergo, Ettore… lungo il sentiero della sostenibilità.
Ettore: “Senti, Giorgio… prima di continuare oltre, meglio interrompere, qui. Facciamo una pausa. Anzi, avrei una sorta di languore… noi ha qualcosa da stuzzicare?”
Certo!
GIORGIO CORATI
Bibliografia
* Pubblicato il 30 ottobre 2024 su https://spazioliberoblog.com/2024/10/30/io-sto-con-i-pesci-lazione-umana-associata-a-un-codice-di-comportamento-di-consumo-di-prodotti-della-pesca-basato-su-strategie-di-economia-circolare-9-cap4/.

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