IO STO CON I PESCI – L’azione umana associata a un Codice di comportamento di consumo di prodotti della pesca basato su strategie di economia circolare 2. Cap1.

di GIORGIO CORATI ♦

L’argomentazione di questo documento si basa su concetti di strategie di economia circolare, specula sulla necessità di un consumo sostenibile dei prodotti della pesca avvertita dal consumatore, propone una soluzione in merito, ipotizzandone i vantaggi e i benefici generali.

 

RIPRESO*

Allora, Ettore, lasciamo da parte le nostre diatribe sulle questioni mondane.

Riprendo il filo del discorso e continuo a raccontarti quanto scrivo e argomento nel mio documento.

Devo di nuovo chiarire dei concetti, Ettore. Mi scuserai, ma non posso fare a meno di ritornare a parlare di economia circolare e “transizione verso la sostenibilità”. Sono due questioni sostanziali nel mio documento.

Ettore: “Se proprio devi, va bene… Dai!”

Ebbene, amico mio. La “transizione verso la sostenibilità” va inquadrata, indubbiamente, all’interno del contesto geopolitico ed economico mondiale attuale. Da un lato, tale contesto rivolge lo sguardo alla riduzione degli effetti negativi e delle connesse conseguenze delle attività economiche, perché al di là dei benefici di cui si ha conoscenza e dei quali l’uomo si avvantaggia, comunque, dicevo, tali effetti arrecano danni all’ambiente e sono cagionevoli per l’uomo, mentre dall’altro lato, il contesto mondiale è permeato da “sfide” globali che coinvolgono strategicamente il possesso, l’uso, l’impiego, lo sfruttamento e l’utilizzo di risorse naturali non rinnovabili e di materie prime in genere. Può essere ridondante dirlo, Ettore, ma certamente dire che l’utilità di quelle risorse soddisfa i bisogni e, diciamo, le aspirazioni non è un’affermazione, come si usa dire, campata in aria. In questi termini, tuttavia, non va dimenticata la questione che specula sulla dissipazione delle risorse naturali. Ma veniamo al punto che qui più ci interessa, Ettore.

Sebbene l’economia circolare sia più frequentemente rappresentata come una combinazione di strategie per ridurre, riutilizzare e riciclare, secondo quegli studiosi ai quali ho già accennato, cioè Kirchherr, Reike, e Hekkert (2017),1 nella letteratura internazionale non viene evidenziata alcuna necessità di un cambiamento sistemico per attuare l’economia circolare. Tuttavia, non si può ignorare che vi siano dei punti di contatto tra questo paradigma e la “transizione verso la sostenibilità”. È interessante, ad esempio, quanto riporta una revisione su tale paradigma condotta nella letteratura internazionale e pubblicata nel 2020 da Friant, Vermeulen, e Salomone.2 Il lavoro di questi studiosi “esamina e riflette sulle sfide fondamentali, le lacune e le limitazioni del concetto” di economia circolare e, inoltre, identifica e classifica concettualmente 72 diverse visioni dello stesso paradigma. Gli stessi autori riportano da altri autori3 che il concetto di economia circolare è generalmente visto come un’idea e un ideale promettenti per affrontare le sfide dinanzi alle quali è posto l’Antropocene. Inoltre, riportano da altri studiosi4 che “l’economia circolare dovrebbe risolvere i problemi della scarsità delle risorse, dell’interruzione del flusso biochimico e del cambiamento climatico”, dal momento che si tratta di un sistema di produzione e consumo di tipo rigenerativo e ripristinante, attraverso cui chiudere i cicli in entrata e in uscita delle risorse, rivitalizzando le economie locali e regionali. Questi studiosi sostengono nel loro lavoro, quello di cui parlo, Ettore… dicevo Friant, Vermeulen, e Salomone sostengono che il concetto di economia circolare è ancora in pieno dibattito, mentre il concetto stesso deve ancora, secondo loro, “affrontare molte sfide e lacune di ricerca per soddisfare le sue promesse”. Lo puoi leggere anche tu per conto tuo, Ettore, al punto 1 dell’Introduzione del loro lavoro.

Ettore: “Mi sembrano informazioni molto interessanti! Certo. Temo, però, che non siano finite qui. Vero?”

A dire il vero… C’è molto altro ancora da dire in merito all’economia circolare, forse fino allo strenuo delle tue capacità di ascolto. Devi credermi, però, che se da un lato ne sono consapevole, dall’altro non posso tacere. I concetti sembrano ripetersi, però in realtà non fanno altro che spiegarsi meglio uno dopo l’altro. Credimi. Ora, prima di arrivare a parlare del comportamento di consumo, lasciami dire alcune note sulla “transizione ecologica” che sono strettamente connesse con il mio ragionamento.

Bene. Per “transizione ecologica”5 mi riferisco al passaggio da un sistema produttivo, e anche di consumo però come poi ti spiego in seguito, Ettore. Dicevo… che mi riferisco al passaggio da un sistema produttivo ritenuto insostenibile nel lungo periodo nell’ottica dell’utilizzo strumentale degli ecosistemi naturali e del concreto impiego delle risorse, che in economia sono scarse per definizione, a un modello che, al contrario, si basa con forza sui concetti di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Di fatto si tratta di procedere speditamente tramite una visione olistica strategica, che si basi su azioni concrete nel riconsiderare e rivedere i modi e le modalità con cui le attività umane producono ed esercitano pressioni sugli ambienti naturali. Può sembrare banale, ma è così! Tra gli interventi mirati, per poter assicurare o garantire effetti ed esiti positivi, come auspicati a tal fine, vi sono possibili azioni di contrasto alla crescente produzione di rifiuti, politiche e strategie di uso di risorse naturali, di recupero di materie e dei materiali usati e utilizzati e una maggiore attesa attenzione alla biodiversità che va riconsiderata come imprescindibile per la prosperità e la vita sulla e della Terra.

Ettore: “Insomma, è una questione di rilevante importanza e il comportamento di consumo è indagato quanto lo è la produzione in senso lato; non è così?”

Sicuramente, Ettore. Nel più ampio contesto dell’attuale percorso di “transizione ecologica”, che è nota anche come “transizione verde”, il significato del paradigma dell’economia circolare, così come intesa nel senso comune, secondo me può generare confusione. Mi spiego meglio, Ettore, e è anche per questo che dilungarsi nel concetto può essere utile e non soltanto tedioso, caro Ettore. Ciò che mi sento di affermare è che l’economia circolare non può essere compresa soltanto come un modello economico che riduce, riusa, ricicla e recupera materie e scarti/rifiuti in una visione olistica della “transizione ecologica”. Stiamo parlando, invece, di un modello economico complesso che stimola a considerare nuovi modelli di attività economica e di cooperazione, verso l’”impiego” di processi produttivi virtuosi e che pone particolare attenzione alla catena del valore di ciascun settore che, Ettore, è detto “di riferimento”. Di fatto, tale modello economico può sostenere la “transizione” e ha le “carte in regola” per poter essere ritenuto intenzionalmente, socialmente ed ecologicamente più sostenibile rispetto al modello di economia lineare, supportato, ovviamente, dalle più ampie strategie di circolarità sia di produzione sia associate e connesse al comportamento di consumo o meglio a un comportamento di consumo che possa rappresentare un’alternativa a quello “solito” e dunque essere anch’esso protagonista lungo il percorso al “cambiamento”, direi, epocale. Se pensiamo, dunque, in termini di sostenibilità, riferita a tecnologie innovative e a tecniche di produzione, avvertiamo che nel paradigma circolare l’efficienza e l’efficacia sono connesse ai sistemi, ai modi e alle modalità con cui sono usate/utilizzate le risorse. Per quanto concerne la produzione sono impiegate tramite strategie mirate e critiche rispetto agli effetti negativi esterni alla produzione stessa ossia effetti anche non desiderati o non desiderabili che sono o possono essere esercitati sull’ambiente.

Ettore: “Interessante. Ho, però, bisogno di rifletterci meglio. I concetti mi sembrano chiari ma la questione è molto articolata. Dai…. La farò poi, ora vai avanti”.

Bene. Da qui possiamo cominciare a parlare più strettamente di comportamento di consumo di prodotti della pesca. Ettore, ci siamo. Non sfugge, come anche nella  sfera del consumatore o se vuoi nella dimensione del comportamento di consumo la sostenibilità delle scelte, delle decisioni o delle azioni di consumo intese quali “buone pratiche” abbia rilevanza e determini un importante contributo alla buona riuscita del processo avviato di “transizione ecologica” verso la sostenibilità nel lungo periodo. Come approcciare, tuttavia, la questione? Innanzitutto mettiamo in relazione economia circolare e comportamento di consumo. Anche per quanto concerne il comportamento di consumo, il modello circolare, secondo me, ha le “carte in regola” per poter essere ritenuto un modello intenzionalmente, socialmente ed ecologicamente più sostenibile rispetto al comportamento di “consumo come al solito”. L’attenzione posta su delle “buone pratiche” nelle scelte e nelle decisioni di consumo è di per sé già un importante contributo verso la sostenibilità nel flusso del tempo. Tuttavia, occorre procedere con concretezza di azioni e speditamente.

Ettore: “Cioè”?

Certo. Nonostante la grande mole di strumenti comunicativi, utili per raggiungere il consumatore, la “transizione verso la sostenibilità”, come dicevo prima, sembra essere comunemente confusa con l’economia circolare e considerata soltanto come una “modalità” innovativa, utile per riciclare materie prime e rifiuti, per usare fonti di energia alternative a quella dei fossili e migliori tecniche e tecnologie adatte a minimizzare le emissioni di gas climalteranti. Il paradigma circolare, utile per risolvere il problema che pone la “transizione” stessa, si proietta ben oltre le intenzioni che mirano a risolvere le criticità connesse e associate alla produzione e alle emissioni climalteranti nell’ambiente. Lo spiegavo prima, Ettore. Inoltre, anche il consumo ha una sua influenza in processi di produzione strategici e sostenibili e, ovviamente, anche e soprattutto effetti strettamente legati al comportamento del consumatore. Ad esempio, un consumatore spinto da una propria motivazione al fine di risolvere un problema può diventare, anche grazie anche alla sua conoscenza e competenza, un nuovo attore nel mercato, nel momento in cui muove in anticipo su tutti una richiesta che si rivela utile nel sostenere un nuovo processo produttivo in termini di soluzione innovativa. Tuttavia, Ettore, secondo me nel rapporto tra l’economia circolare e il comportamento di consumo, ciò su cui viene posto poco l’accento nelle discussioni è proprio il ruolo attivo del consumatore ed anche lo “status” attribuitogli. Rispetto alla sostenibilità, poi, in genere sono scarsamente considerati gli effetti negativi generati dai modi e dalle modalità di consumo del consumatore considerato genericamente. Come non riflettere, allora, sulla concreta possibilità che un consumatore possa rivestire un ruolo estremamente importante e socialmente utile, al di là delle necessità proprie di vita, essendo orientato in modo fermamente consapevole lungo la traiettoria della sostenibilità dell’utilizzo delle risorse in genere, e di quelle biologiche come le risorse ittiche in questione.

Ciò che in merito tende, invece, ad assumere valenza è proprio il comportamento del consumatore e di ciò credo di non sbagliare, dicendo che sono in molti ad averne assunto la consapevolezza. Ma non basta.

Ettore: “ Si, ma, fammi capire meglio”.

Ad esempio, dovremmo focalizzare la nostra attenzione sui molteplici aspetti del consumo. Possiamo, però, sostenere che ogni azione di consumo “in transizione”, coerente con un concetto seppur generico di sostenibilità e basata su sentimenti di consapevolezza e prosocialità, tende ad incidere sul cambiamento auspicato dal mutamento stesso. Inoltre, una tale azione supporta il possibile raggiungimento di modi e modalità condivise di consumo sostenibile nella direzione del successo della “transizione verso la sostenibilità” che è, senza dubbio, da ritenersi il successo di tutti. Non trovi, Ettore?

Ettore: “Ah! Tutto qui? Pensavo a concetti più articolati. Non hai altro da dire”?

Ho altro, ma rimando quanto ho da dire a un successivo approfondimento in merito che ho in serbo per te, Ettore.

Ettore: “Va bene. Però facciamo una pausa adesso! Ne ho abbastanza per il momento”.

Vedo un sorriso stamparsi sulle labbra di Ettore e penso tra me, “come darti torto, Ettore”.

GIORGIO CORATI                                                                                                                          (SEGUE)

CLICK PER HOMEPAGE

Bibliografia
* Pubblicato il 4 settembre 2024 su https://spazioliberoblog.com/2024/09/04/io-sto-con-i-pesci-lazione-umana-associata-a-un-codice-di-comportamento-di-consumo-di-prodotti-della-pesca-basato-su-strategie-di-economia-circolare-1-cap-1/.
 [1] Kirchherr, J., Reike, D., & Hekkert, M. (2017). Conceptualizing the circular economy: An analysis of 114 definitions. Resources, Conservation and Recycling, Vol.127, 2017, pp.221-232.
https://doi.org/10.1016/j.resconrec.2017.09.005.
[2] Friant, M.C., Vermeulen W.J.V., & Salomone, R.. (2020). A typology of circular economy discourses: Navigating the diverse visions of a contested paradigm. Resources, Conservation and Recycling, Vol.161, 2020, 149417. https://doi.org/10.1016/j.resconrec.2020.104917.
[3] Bibliografia:
Aurez, V., Georgeault, L., Stahel, W.R., & Bourg, D. (2016). Économie circulaire: Système économique et finitude des ressources. De Boeck supérieur.
Geissdoerfer, M., Savaget, P., Bocken, N.M.P., & Hultink, E.J. (2017). The Circular Economy – A new sustainability paradigm? Journal of Cleaner Prododuction Vol.143, 2017, pp.757-768. https://doi.org/10.1016/j.jclepro.2016.12.048.
Murray, A., Skene, K., & Haynes, K. (2017). The circular economy: An interdisciplinary exploration of the concept and application in a global context. J. Bus. Ethics 140, 369–380 (2017). https://doi.org/10.1007/s10551-015-2693-2.
[4 Bigliografia:
Batista, L., Bourlakis, M., Smart, P., & Maull, R. (2018). In search of a circular supply chain archetype-a content-analysis-based literature review. Production Planning & Control, 29(6), 438–451.
DOI:10.1080/09537287.2017.1343502.
Delannoy, I. (2017). L’économie symbiotique: Régénérer La Planète, l’économie, la société. Actes Sud.
Stahel, W.R. (2010). The Performance Economy. New York, USA: 2nd. ed. Palgrave Macmillan.
[5] Per un approfondimento sul Piano per la Transizione Ecologica vedi, http://www.mase.gov.it.
Sito web consultato il 02 maggio 2023: https://www.mase.gov.it/pagina/piano-la-transizione-ecologica.