ALCUNE CONSIDERAZIONI – (parte 2)
di FRANCESCO CORRENTI ♦
Renato Amaturo
(Civitavecchia, 23 dicembre 1927 – Roma, 8 gennaio 2011)
Figlio di Matteo, geometra e imprenditore edile cui si devono pregevoli interventi degli anni Venti e Trenta, come i villini di via Apollodoro, è il terzo di quattro fratelli: Raffaele (letterato e docente universitario), Antonio (ingegnere, autorevole esponente della società civile, presidente della locale Cassa di Risparmio), Renato (appunto) e Giovanni (medico chirurgo, direttore sanitario di cliniche).
Dopo la maturità classica conseguita all’Istituto Massimiliano Massimo alle Terme, nel 1946 si iscrive alla facoltà di Architettura di Roma, laureandosi nel 1953. La sua formazione di architetto si deve ai docenti ed ai giovani assistenti della facoltà e soprattutto alla vivace atmosfera culturale del movimento studentesco dell’immediato dopoguerra. Tale atmosfera è certamente sollecitata dalle attività dei due istituti culturali dell’epoca: l’Associazione per una Architettura Organica (APAO), successivamente confluita nell’Istituto Nazionale di Architettura (IN/Arch) e l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU). Le conferenze-dibattito e la presentazione di progetti della prima ed i convegni e le mostre dell’INU consentono a molti studenti di allora la conoscenza del pensiero e delle opere dei Maestri della generazione precedente.
Dopo la laurea, viene invitato dal professor Plinio Marconi, ordinario del corso di Urbanistica, a collaborare come assistente. Svolge intensamente questa attività dal ’53 al ’62, quando gli viene proposto dal professore Adalberto Libera di collaborare al corso di composizione architettonica. Durante questo primo periodo, aperto lo studio a Roma in forma autonoma, affianca l’impegno professionale di progettista all’attività di collaborazione all’INU: viene eletto membro del consiglio direttivo della Sezione laziale dal 1957 al 1959 e nel 1959 è nominato membro effettivo dell’Istituto. Contemporaneamente, la progettazione architettonica delle sue prime opere è segnata da molta cura nelle scelte tecnologiche, dalla ricerca del dettaglio e della relativa esecuzione, con la conseguente intensa presenza nei cantieri.
Dopo le prime opere a Civitavecchia, nel 1953- 54, in collaborazione con Arnaldo Bruschi, nel 1955 è invitato da Giuseppe Vaccaro e partecipare al gruppo da lui diretto per la progettazione dei quartieri INA-Casa. Il gruppo, formato dagli architetti Sergio Brugnoli, Antonino Manzoni, Francesco Palpacelli e dall’ingegnere Sergio Musmeci, riceve come primo incarico la progettazione urbanistica e architettonica del quartiere “Ponte Mammolo” a Roma fra la via Tiburtina e il fiume Aniene. L’esperienza del gruppo si ripete su più vasta scala nel 1958, a Bologna, per il quartiere di “Coordinamento di Edilizia Popolare” (CEP), denominato “Via della Barca”. La progettazione architettonica della zona sud, affidata al gruppo, riguarda edifici residenziali a “trama orizzontale” (due piani su pilotis) ed edifici a “torre” (10 piani), oltre agli edifici pubblici del mercato e delle scuole materna ed elementare. Successivamente, con Giuseppe Vaccaro, cura la progettazione della Centrale Termica e del Supermercato del quartiere.
Nelle 1957 il Comune di Civitavecchia lo incarica, insieme al professor Luigi Piccinato e all’ingegnere Nicola Di Cagno, della redazione del P.R.G., dei primi tre Piani di Zona in attuazione della legge 167, del Piano Particolareggiato del centro direzionale, di una scuola media e del liceo ginnasio.
Nel 1963, il gruppo con l’architetto Giorgio Benucci e l’ingegnere Mario Desideri, selezionato per concorso, elabora per l’istituto Nazionale per l’assicurazione contro le Malattie (INAM) studi sulle tipologie dei poliambulatori, realizzando tre edifici di impianto distributivo simile, ma in contesti ambientali diversi, a Colle Val d’Elsa (Siena), a Carignano (Torino) e a Massa Carrara. Dopo l’emanazione della legge n° 167/1962, viene nominato dalla Ges.Ca.L. (Gestione Case Lavoratori), nel 1964, consulente urbanista per le città di Benevento, Teramo e Campobasso. L’incarico riguarda la verifica della validità dei Piani Particolareggiati e delle aree riservate a questi, approntati dalle amministrazioni comunali, nei riguardi delle connessioni con gli strumenti urbanistici vigenti. In tale occasione, l’amministrazione comunale di Campobasso di conferisce, nel 1966, insieme agli ingegneri G. Tardella ed E. De Capoa, l’incarico della redazione della variante generale e nuovo P.R.G. della città. In seguito, nel 1968, i tre nuovi Piani di Zona per la legge 167. Negli stessi anni, è delegato dal professor Luigi Piccinato e dell’ingegner Nicola Di Cagno a provvedere all’adeguamento del P.R.G. del Comune di Civitavecchia al Decreto presidenziale di approvazione e, come consulente del Sindaco, cura l’attuazione del piano attraverso piani-quadro relativi alle zone industriali, alla prima fase del centro direzionale e alla zona turistico-termale.
Negli anni Settanta, in Emilia, a Salsomaggiore Terme (Parma), su incarico dell’amministrazione comunale, svolge una consulenza urbanistica al gruppo di progettazione per la redazione del P.R.G. sui criteri di impostazione generale delle scelte urbanistiche prioritarie. Contemporaneamente, progetta per una società immobiliare, nella zona centrale di Ferrara, un ampio intervento unitario di riqualificazione di un grande isolato, che rappresenta tuttora un validissimo brano di tessuto armonico nel centro storico cittadino, sia per l’omogeneità del linguaggio espressivo dell’architettura, sia per i collegamenti spaziali e funzionali, con un articolato percorso pedonale pubblico nella piastra commerciale culminante nella piazza centrale interna.
Seguono altri progetti come quello di un comprensorio turistico in Brasile (Cabo Frio, Rio de Janeiro), un Piano nel centro storico di Rovigo, il piano d’un complesso turistico a Sirmione sul Lago di Garda in provincia di Brescia. Collabora con l’ingegnere Nicola Di Cagno allo studio per un insediamento residenziale nella zona “Torrino” di Roma e ad uno per l’assetto turistico della baia di Porto Conte nel Comune di Alghero. Negli stessi anni, vengono realizzate le scuole elementare e materna a Civitavecchia ed a Rocca Santo Stefano. Del 1976 è la redazione di un progetto planivolumetrico del complesso turistico “Le Terre” ad Allumiere in provincia di Roma.
Negli anni ’80 e ’90, l’attività si estende anche al settore dell’architettura degli interni, con le ristrutturazioni degli uffici della sede centrale e di molte agenzie del capoluogo e periferiche della Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Contemporaneamente, altri progetti urbanistico-edilizi, giunti al definitivo e agli esecutivi, non trovano nella committenza attuazioni sufficientemente sensibili e corrette. È il caso di un Piano Particolareggiato e degli edifici di un “Borgo di case a schiera” a Baschi di Orvieto (Terni), il caso di un nuovo edificio in via Mazzini a Civitavecchia (Roma), del restauro e della ristrutturazione parziale d’un isolato con soluzione alternativa di un edificio a torre, sempre a Civitavecchia. Analoga sorte trova, infine, ancora a Civitavecchia, dopo le prescritte approvazioni, un accurato Piano Particolareggiato di una zona di espansione del P.R.G. e delle conseguenti impegnative progettazioni degli edifici pubblici e di quelli residenziali.
Ma non si può tacere del vergognoso, indegno comportamento di alcuni squallidi personaggi investiti di un potere illegittimo, nei confronti di Renato Amaturo, Mario Ghio e di altre persone illegalmente coinvolte in indagini rivelatesi finalizzate a miserabili interessi del tutto personali, con interrogatori condotti mostrando le manette e poggiando su quello che avrebbe dovuto essere il tavolo della giustizia la pistola d’ordinanza a scopo intimidatorio!
Negli anni più recenti del nuovo millennio, nell’ambito del programma innovativo “Porti e Stazioni”, Amaturo ha voluto generosamente offrire il suo tempo e la sua scienza per numerosi incontri con i giovani collaboratori esterni del Dipartimento Territorio, Urbanistica e Beni Culturali e Ambientali del Comune, fornendo il prezioso supporto dei suoi studi e progetti, senza però accettare alcun compenso né alcun rimborso spese. Nel quadro di questa collaborazione amichevole, l’architetto si è dedicato a studi ambientali nel centro storico di Civitavecchia. Tra l’altro, la ricerca ha riguardato le possibilità di rimediare ai danni provocati dal mancato rispetto del piano di ricostruzione redatto nel 1945 da Luigi Piccinato, nelle zone centrali di corso Marconi e piazza Vittorio Emanuele II e nei profili della città sopra la cinta muraria di Urbano VIII prospiciente il porto storico.
Diversi lavori di Renato Amaturo sono stati pubblicati su riviste e libri specialistici quali “Urbanistica” (n° 24 e 25); “Casabella” (n° 209, 239, 263); “Revue Internazionale d’Amiante-ciment” (n° AC14); “Architettura-Cantiere” (n° 15); “Edilizia Popolare” (n° 243); “La Nuova Tecnica Ospedaliera” (n° 3); Guida all’architettura moderna – Italia, gli ultimi trent’anni di G. Muratore ed altri; Vita dei materiali nell’architettura di G. Roisecco; Divagazioni sul mattone di E. Mandolesi.
FRANCESCO CORRENTI
