PREMIO RICORDANDO … ANAGRAFE CITTADINI ILLUSTRI – SCHEDE SPORTIVI GRUPPO 6
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Amedeo STENTI
(Civitavecchia, 4 giugno 1940 – Roma, 7 maggio 2018)
Cresce calcisticamente nella Civitavecchiese, con cui nella stagione 1957-58 vince il titolo italiano dilettanti.
La stagione successiva passa alla serie C, alla Fedit Roma ( più tardi Tevere Roma ) nel ruolo di libero.
Notato da Manlio Scopigno, viene ingaggiato dal Lanerossi Vicenza, con cui esordisce nella massima serie il 9 ottobre del 1960.
Le sue prestazioni nella squadra veneta, di cui diviene titolare inamovibile, suscitano l’interesse del Milan, fresco vincitore della Coppa Campioni 1962-63, che lo convoca per un’amichevole, ma all’ultimo momento rinuncia all’acquisto.
Nei cinque anni al L.R. Vicenza, colleziona 127 presenze e due goal.
Segna anche due gol nella Coppa Intertoto del 1962-63, contro il Feyenord e il Bayern di Monaco.
Nella stagione 1965/66 passa al S.S.C. Napoli, che nel frattempo acquista dalla Juventus Omar Sivori, dal Milan José Altafini e dal Catanzaro Stelio Nardin.
La squadra si aggiudica la Coppa delle Alpi.
Nella sua prima stagione partenopea gioca soltanto 15 partite, per una frattura causata da uno scontro aereo con Gigi Riva.
Nel 1967/68 la squadra si piazza al secondo posto dietro il Milan, miglior piazzamento di sempre nella storia calcistica della società prima dell’arrivo di Maradona.
A Napoli nel corso di 4 stagioni colleziona 75 presenze, di cui 52 in Serie A.
Nella stagione 1969-70 viene ceduto al Verona, con cui gioca due campionati condizionato da problemi fisici.
Lascia quindi il calcio professionistico e nella stagione 1973-74 torna a giocare 8 partite nella Civitavecchiese, che si salva dalla retrocessione.
Decide di chiudere qui la sua carriera.
Muore il 7 maggio 2018 all’ospedale S. Camillo di Roma, per le conseguenze cliniche causate da un incidente stradale.
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Vittorio Tamagnini
(Civitavecchia,10 febbraio 1910-Civitavecchia,20 gennaio 1981)
Più che una storia, una leggenda del pugilato cittadino e nazionale.
Talento naturale, Vittorio entra in palestra a 14 anni, ha il suo esordio ufficiale nel 1927, nell’aprile 1928 conquista a Milano il titolo italiano dilettanti dei pesi Gallo.
È il passaporto per Amsterdam, sede della IX Olimpiade.
L’11 agosto 1928 l’Uragano di Amsterdam è il primo pugile italiano a conquistare un oro olimpico, seguito nella stessa seduta da Carlo Orlandi (pesi Leggeri) e Piero Toscani (pesi Medi).
Con le loro vittorie salvano il modesto medagliere italiano ( 7 ori in tutto).
“Il pugilato italiano afferma ad Amsterdam il suo primato mondiale” titola la Gazzetta dello Sport e Tamagnini è il più elogiato per la tecnica e il ritmo che mette in campo.
Nel 1929 passa al professionismo e fino al 1931 infila una ininterrotta serie positiva, con 17 vittorie (5 per KO tecnico) e un unico pari.
È presto maturo per il titolo italiano dei pesi Piuma, che conquista il 2 novembre 1930 a Bologna, battendo il quotato Luigi Quadrini, già campione continentale.
Ancora imbattuto, si sente pronto per la grande sfida europea, ma nel giugno del 1931, a Barcellona, il suo primo assalto alla corona si infrange contro la difesa esperta del grande José Girones, beniamino locale.
Nel 1932 Tamagnini acquisisce definitivamente una statura internazionale.
Il 25 giugno, al Palazzo dello Sport di Milano, è il primo pugile italiano a battere un campione del mondo, il fantastico Panama Al Brown, ma l’incontro non è valido per il titolo.
Nel marzo 1933, al Palais de la Mutualité di Parigi, si toglie la soddisfazione di sconfiggere anche l’ex campione del mondo dei pesi mosca Victor “Young” Perez, che però si prende la rivincita nel mese di novembre a Tunisi.
Nel 1934 riconquista il titolo nazionale al teatro Adriano di Roma, battendo Otello Abbruciati.
Tamagnini dedica quell’anno a una fortunata tournée americana, che si conclude con 3 vittorie e tre pareggi.
Il suo debutto avviene alla Broadway Arena di New York.
Al suo angolo, a sostenerlo, c’è Primo Carnera.
Tornato in Europa, nel marzo 1935 lancia di nuovo la sfida per il titolo europeo.
Questa volta, ancora a Parigi, a spegnere le sue ambizioni trova il francese Maurice Holtzer.
Il 1936 è l’anno della consacrazione.
Il 10 maggio a Parma conquista per la terza volta il titolo italiano contro Vincenzo Dell’Orto.
Il 10 ottobre, al Teatro Iovinelli di Roma, corona il suo sogno.
Fa suo il titolo europeo nella categoria superiore dei Leggeri, costringendo il belga Raymond Renard all’abbandono alla settima ripresa.
Il 7 dicembre, a Parigi, difende con successo il titolo dall’assalto di Gustave Humery, che al quinto round si arrende alla sua boxe ubriacante.
È il momento d’oro di Vittorio, che nel 1937 si lascia ammirare dal pubblico berlinese difendendo la corona contro Rudi Kretzschmar.
Nell’aprile del 1938, a Parigi, cede però al francese Maurice Arnault, che risolve la sfida con un colpo fortunato dopo aver subito la sua classe per 10 riprese.
Inizia la sua parabola declinante, con incontri di alterna fortuna.
Il 19 marzo 1938 si batte di nuovo con Otello Abbruciati per il titolo italiano e questa volta è il pugile romano ad aggiudicarselo.
Vani sono i tentativi di riconquistarlo contro Gino Giacomelli, che Vittorio aveva già battuto per due volte, e contro Giuseppe Palermo.
Poi, la guerra e la fine di una splendida avventura.
Il ritiro ufficiale avviene il 23 settembre 1945, nei locali del Dopolavoro dell’Italcementi di Civitavecchia.
È la sesta volta che Vittorio si esibisce nella sua città, dove ha deliziato il pubblico amico con la sua boxe funambolica.
Questa è in realtà soltanto un’amichevole di 6 round contro il modesto pugile romano Giulio Cosmi, per accomiatarsi e rendere omaggio alla sua città ridotta in macerie.
Tra il 1929 e il 1945 è salito sul ring 65 volte, con un bilancio di 49 incontri vinti, 10 persi e 6 pareggiati.
Tamagnini, socio della Compagnia portuale, continua a frequentare la palestra dove l’amico Carlo Saraudi forma una nuova leva di talenti, attratti alla noble art dal suo mirabile esempio.
Civitavecchia lo ricorda con l’omonimo campo sportivo di calcio e con il Palasport “Insolera -Tamagnini”.
Nel 2016 la FPI «ritenendolo un ‘‘Campione per sempre’’ lo ha inserito di diritto tra i pugili che hanno scandito il ritmo di questi intensi e memorabili 100 Anni».
Nel 2024 la Compagnia Portuale ha scoperto una targa in onore del “suo socio”.
Alessandro Bisozzi nel suo libro “ Tamagnini – L’Uragano di Amsterdam” ne ha ripercorso le gesta sportive e le vicende umane.
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Gino ZACCHEI
(Civitavecchia, 26 ottobre 1916 – Zawercie (Polonia), 6 settembre 1980)
Divenuto sordo fin dalla prima infanzia, si dedica al nuoto partecipando alle gare dedicate ai sordomuti con risultati eccellenti.
Più volte campione nazionale della categoria, più volte primatista mondiale, ai Giochi silenziosi internazionali di Copenaghen del 1949 conquista la medaglia d’oro nei 1500 stile libero e la medaglia d’argento nei 400 stile libero.
Identico risultato ottiene ai successivi Giochi di Bruxelles del 1953.
È il primo nuotatore ad arricchire il medagliere dello Sport Silenzioso Italiano.
Per suggerimenti o modifiche: premio.ricordando@gmail.com
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