PREMIO RICORDANDO … ANAGRAFE CITTADINI ILLUSTRI – SCHEDE SPORTIVI GRUPPO 4

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Pasqualino MORBIDELLI

(Allumiere, 1° Novembre 1948 – Roma(?) 21 Marzo 2020)

All’età di 16 anni inizia a frequentare la palestra Ring di Civitavecchia, sotto la guida di Giuseppe Peris.

Da dilettante conquista due volte il titolo italiano nella categoria dei pesi piuma, nel 1969 a Castelfranco Veneto e nel 1972 a Roma.

Nel 1971 è medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo di Izmir.

Nel 1972 partecipa alla spedizione azzurra alle Olimpiadi di Monaco, dove supera i primi due turni, ma viene eliminato dal giapponese Kobayashi, futuro campione del mondo.

Nel 1973 passa al professionismo e si mette in luce con una serie di 12 vittorie su 13 incontri, che nel 1975 lo conducono a Sassari alla conquista del titolo italiano.

Purtroppo dopo appena due mesi gli strappa il titolo il marchigiano Sergio Emili, che si aggiudica anche la rivincita.

Si ritira nel 1978 con un bilancio di 16 vittorie, 7 sconfitte e 1 pari.

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GIULIO PALMONELLA

(Civitavecchia, 14 marzo 1919 – Civitavecchia, 20 aprile 1982)

Nel 1940 frequenta a Torino il 120º Corso dell’Accademia militare – Artiglieria e Genio.

Arruolatosi volontario come ufficiale paracadutista, combatte la seconda guerra mondiale in Africa.

Nel dopoguerra si dedica con eccellenti risultati allo sport, nella disciplina del Pentathlon moderno, allenato dal maestro Umberto Di Paola presso la “Sala Scherma Stadio Lazio.”

Il suo risultato più prestigioso è la conquista della medaglia di bronzo a squadre ai campionati del mondo di Berna del 1950, insieme a Duilio Brignetti e Gianni Cantoni.

Partecipa anche alle Olimpiadi di Londra del 1948, piazzandosi 15° nel torneo individuale.

Alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 risulta 39° nel torneo individuale e 11° nella gara a squadre.

Anche la sua professione di ingegnere libero professionista è orientata alla progettazione di impianti sportivi pubblici.

È, tra l’altro, direttore dei lavori del poligono di tiro olimpico di Roma nel 1960, su progetto dell’architetto Maurizio Clerici, secondo i più moderni dettami della tecnica.

Il 2 giugno 1981 gli viene conferita l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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Giulio SARAUDI

(Civitavecchia, 3 luglio 1938 – Civitavecchia, 19 aprile 2005)

Figlio del pugile Carlo Saraudi e fratello di Vittorio, comincia a praticare la boxe nella palestra “Pugilistica Civitavecchiese”, gestita da suo padre  e frequentata da personaggi dal passato illustre quali Vittorio Tamagnini, Aldo Tombolelli, Alberto Guainella e forti pugili in attività, come Nicola Funari (51 incontri da professionista), Mario Crisostomi, Francesco Fratalia.

Debutta nell’attività agonistica vincendo il titolo italiano già nella categoria dei novizi.

Esordisce, quindi, nella categoria dilettanti tra i mediomassimi, inanellando una serie di brillanti risultati.

Tra il 1958 e il 1964, conquista per sei volte il titolo italiano dilettanti. Tra gli sconfitti in finale, il futuro campione europeo Piero Del Papa, nel 1961, e il futuro campione olimpico Cosimo Pinto, nel 1963.

E’ tre volte Campione mondiale militare (1959, 1960 e 1961) e medaglia di bronzo ai Campionati di Lucerna del 1959.

Nel 1960 consegue il suo risultato più prestigioso alle Olimpiadi di Roma, dove sale sul podio (medaglia di bronzo) nel torneo vinto dal diciottenne fuoriclasse Cassius Clay.

Nel 1961, conquista a Belgrado anche il titolo europeo dilettanti.

Nel 1964 vince ad Orvieto le selezioni per la successiva Olimpiade di Tokio, battendo Cosimo Pinto, ma viene alla fine sostituito da quest’ultimo, che conquista la medaglia d’oro.

Conclude la carriera dilettantistica con un record di 88 incontri disputati, 81 vinti, 5 persi e 2 pareggiati.

Nel 1965 Saraudi diviene professionista e rimane imbattuto nei primi dodici incontri, dove sconfigge anche avversari di valore.

Perde l’imbattibilità il 24 aprile 1967, a Nottingham, contro il britannico Johnny Prescott.

Si ritira nel 1968 con un bilancio di nove vittorie, tre pareggi, una sconfitta e un verdetto di no contest.

Resta uno dei pugili dilettanti italiani che ha vinto più trofei.

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