PREMIO RICORDANDO … ANAGRAFE CITTADINI ILLUSTRI – SCHEDE SPORTIVI GRUPPO 3

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Francesco FRATALIA

(Civitavecchia, 2 luglio 1926 – Wareham (Massachusets), 9 dicembre 2008)

Iniziato precocemente al pugilato amatoriale alla scuola di Carlo Saraudi, deve interrompere la sua attività per gli eventi bellici, durante i quali entra nel corpo dei vigili del fuoco.

Nel 1945 ha il suo esordio ufficiale a Civitavecchia nella categoria dei dilettanti, pesi welter.

Nel 1949 passa al professionismo e dopo alcuni incontri tenta l’avventura negli Stati Uniti, ospitato da uno zio a Brockton (Massachusets), città natale di Rocky Marciano, con cui stabilisce una fraterna amicizia.

Per tutto l’anno si esibisce all’Auditorium di Providence, nel Rhode Island, in alcuni incontri di apertura ai combattimenti di cartello di Marciano.

Nel 1950 torna in Italia e fino all’anno successivo sostiene una serie di combattimenti con alterna fortuna.

L’unico incontro all’estero avviene nell’aprile 1951 a Berlino, dove affronta il campione tedesco Gustav Sholz, da cui viene sconfitto con una decisione fortemente contestata.

Nel 1952 ritorna negli Stati Uniti, dove si stabilisce definitivamente e sostiene ancora alcuni incontri.

Nel 1953 l’amico Rocky Marciano, che affettuosamente lo chiama Kid Frank, lo sceglie come sparring partner per preparare l’incontro con Roland La Starza, in cui si conferma imbattuto campione del mondo dei pesi massimi.

Trascorso il 1953 senza incontri ufficiali, conclude la sua carriera di professionista nel 1954 con un consuntivo di 31 incontri, di cui 18 vinti (7 prima del limite) 10 persi (4 prima del limite) e 3 pareggiati.

Stabilitosi definitivamente negli Stati Uniti, mantiene comunque un rapporto stretto con la sua città natale, dove ama ritornare frequentemente.

A Boston è stato consacrato nella Massachusetts Ring 4 Boxing Hall of Fame.

 

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Marco GALLI

(Civitavecchia, 5 marzo 1957 – Civitavecchia, 3 ottobre 1988)

Muove i primi passi con la SNC Civitavecchia, in quel periodo fecondo vivaio di talenti.

Segnalatosi precocemente per le sue qualità, nel 1972, appena quindicenne, esordisce in serie A con la SNC, con cui diviene vice-campione d’Italia nel 1975.

Trasferitosi nella Pro-Recco, contribuisce tra il 1982 e il 1984 alla conquista di tre scudetti consecutivi.

Con la Pro Recco conquista, nel 1983, la Coppa dei Campioni e disputa la finale di Supercoppa LEN nel 1984.

In serie A gioca complessivamente 320 partite, con 649 reti all’attivo.

Ottiene il suo più ambito trofeo internazionale nel 1978 a Berlino, dove diviene campione del mondo.

Con la Nazionale italiana partecipa complessivamente a due Campionati Mondiali, due Europei e una Olimpiade, segnando 199 gol in 193 partite.

Conclude la sua prestigiosa carriera sportiva nella SNC Civitavecchia, dove assume anche l’incarico di preparatore della classe allievi, che nel 1985 si aggiudica il titolo italiano.

Muore il 3 ottobre 1988 dopo una lunga malattia, destando grande sconforto.

A Civitavecchia gli sono stati intitolati lo Stadio del nuoto e la piazza antistante la piscina.

Nel 2018 il CONI gli ha conferito, alla memoria, il Collare d’oro al merito sportivo.

 

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Giuseppe “Dido” GUERRIERI

(Civitavecchia21 maggio 1931 – Sesto San Giovanni1º febbraio 2013)

Acquisisce la maturità classica al “Giulio Cesare” di Roma e dopo due anni di studi universitari in medicina passa all’ISEF, dove si laurea nel 1955.

Si dedica per un breve periodo all’ insegnamento scolastico, finché prevale la sua passione per il basket.

Nel 1959 debutta come allenatore della “Libertas” di Forlì, prosegue con una breve esperienza a Rimini, per poi approdare in Lombardia.

Dirige la squadra di Vigevano, prima di affiancare come vice il mitico Cesare Rubini all’ “Olimpia Milano” (Simmenthal).

Nel 1970 è nominato dalla F.I.P. allenatore federale e guida le Nazionali cadetti, juniores e militare, mietendo importanti successi, tra i quali la medaglia d’oro al campionato del mondo militare nel 1973.

Nel 1973-74 si trasferisce alla “Fortitudo Bologna”, ma l’anno successivo torna a Milano.

Siede per quattro anni sulla panchina della “Milano 1958”, che sotto la sua guida ottiene i migliori risultati della sua storia, fino a contendere il primato cittadino alla leggendaria Olimpia.

L’Eternauta, come si autodefinisce, è sempre pronto a mollare gli ormeggi per una nuova avventura.

Si muove tra Udine, Venezia, Roma (con la ”Virtus”), Desio (dove guida l’“Aurora” alla promozione in serie A1) e Torino.

Il suo nome resta soprattutto associato all’ “Auxilium Torino”, che tra il 1980 e il 1986 riesce a portare per tre volte consecutive ai play off.

Ad allenare questa squadra torna nel 1989-90, per ricondurla alla Serie A1, da cui nel frattempo è stata retrocessa.

Chiude la sua attività nel 1995, vantando 599 panchine in serie A.

Guerrieri, definito da molti “professore dei coach” per la sua cultura e perché tra i primi importa in Italia schemi e tattiche di gioco dagli USA, è apprezzato anche come giornalista sportivo.

Scrive a lungo, con la sua rubrica “Taccuino”, sulla rivista Superbasket.

“Taccuino” è anche il titolo del libro che pubblica nel 1996, in cui raccoglie i suoi articoli.

Nel 1911 viene eletto membro dell’Italian Basketball hall of fame.

Dopo la sua scomparsa i tifosi della squadra di Torino, i “Rude Boys”, gli hanno dedicato la loro curva.

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Salvatore MANCA

(Palidoro, 4 gennaio 1934 – Civitavecchia, 16 luglio 1992)

Pugile gagliardo e combattivo, nel 1957 ottiene il primo significativo successo tra i dilettanti nella categoria pesi mosca, vincendo il campionato del mondo sezione militari.

Lo stesso anno partecipa ai campionati europei di Praga, dove giunge ai quarti di finale, sconfitto dal rumeno Dobrescu che si aggiudica l’argento.
Nel 1958 debutta tra i professionisti mettendo a segno una lunga striscia di vittorie.

Nel 1959 strappa un prestigioso pareggio nel primo confronto con il futuro campione del mondo argentino Horacio Accavallo, ma dopo qualche mese perde un secondo incontro.

Dopo alcuni mesi tenta uno sfortunato assalto al titolo italiano contro il grande Salvatore Burruni, che si impone anche nella successiva rivincita del 1960.

Questa seconda sconfitta avvia una fase declinante della sua attività, che si conclude nel 1964 con un bilancio di 12 vittorie, 14 sconfitte e 4 pari.

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