INQUIETUDINE E SPERANZA.

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Il gregge di nuovo si radunerà e di nuovo si sottometterà…. Allora noi gli daremo una quieta, umile felicità da esseri deboli, quali costituzionalmente essi sono ….dimostreremo loro che sono deboli, che non sono altro che dei poveri bambini, ma che in compenso la felicità bambinesca è la più soave di tutte….Solo noi , noi che dovremo custodire il segreto, noi e nessun altro saremo infelici…Ma noi manterremmo il segreto e per la loro stessa felicità li culleremmo nella illusione d’una ricompensa…(I fratelli Karamazov).

Non resta altro, ormai, che trasferire tutto il potere ad un sol uomo di sesso femminile. Tutte le volontà ad una unica volontà. Il potere affidato ad una persona che decida per la moltitudine. E’ questo che ha attratto: il carisma personale, il nome come garanzia, far dipendere il bene comune dalle decisioni di un nome. Solo l’individuale può essere il difensore delle serenità dei singoli.

L’inquietudine inserita nell’animo di chi ha scelto di non ascoltare il canto della sirena è palese: tracotanza, alienazione, assoggettamento. Inquietudine per il disprezzo verso i diritti civili, inquietudine per il modo di essere in società. Essere cittadini non significa nutrire le egoistiche esigenze ma “fare polis”. Noi siamo “forme relazionali”, non atomi indipendenti. Solo attraverso l’altro io posso riconoscermi, essere autocoscienza.

Fare polis significa riconoscere l’altro le cui esigenze non sono solo semplici devianze da una norma che artificiosamente viene calata dall’alto. Questo è il principio dei diritti civili.

 Fare polis significa che ognuno deve poter essere felice attraverso non un “unico bene” per tutti valido e che è deciso dal Potere.

Fare polis è riconoscere che convivere è complessità, fatica negoziale, attenzione verso le altrui esigenze e che ogni semplificazione è un danno sociale.

Ricordiamo a noi tutti che, alla fin fine,  lo strabiliante “consenso degli italiani” per Giorgia si aggira intorno al 13% degli aventi diritto al voto. Ricordiamo a noi tutti che il “personalismo” può essere determinante in  un mondo dell’apparire ma alla lunga ciò che vale è l’idea politica espressa da una compagine politica unita da evidenti ideali storici. Ricordiamo a noi tutti che la destra vince nello “strapaese” e perde nelle grandi città dove il capitale sociale è elevato. Ricordiamo che se non fosse per il male endemico del protagonismo ad ogni costo dei progressisti la destra sarebbe perdente. Ricordiamo a noi tutti che solo una visione di ampio respiro può garantire consenso e che questa visione è e sarà sempre dominio delle capacità di centro-sinistra. Ricordiamo che se vogliamo vincere dobbiamo “voler vincere” e credere in questo.

Inquieti del momento abbiate “speranza”, la partita non è finita!   

CARLO ALBERTO FALZETTI

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