Della mia dolce Armenia – Parte I

a cura di LETIZIA LEONARDI ♦

Parte I

L’Armenia e Verdone, un binomio unico che ha incuriosito e ha attirato l’attenzione dei civitavecchiesi. L’evento “Della mia dolce Armenia – Un poeta nel dramma dell’Armenia: Yeghishe Charents”, organizzato dall’Associazione Spazio Libero Blog, al teatro della Fondazione Ca.Ri.Civ, di piazza Verdi, è stato un grande successo di pubblico. Moltissime persone hanno partecipato per ascoltare l’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia in Italia Tsovinar Hambardzumyan, l’attore, regista e sceneggiatore Carlo Verdone e la giornalista e scrittrice Letizia Leonardi. Le letture sono state a cura di Ettore Falzetti, alcune sono state declamate da Carlo Verdone. Per motivi di esaurimento posti tantissime persone non hanno potuto partecipare all’incontro, molto coinvolgente e con domande e interventi da parte del pubblico in sala, che hanno reso più emozionante la serata. Per coloro che non hanno potuto assistere a questa iniziativa, riportiamo gli interventi principali dei relatori e le letture inserite in quello di Letizia Leonardi

PRESIDENZA

Intervento dell’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia in ItaliaTsovinar Hambardzumyan

Sono molto lieta di essere presente all’evento «Della mia dolce Armenia». È molto simbolico che questa iniziativa si svolga a Civitavecchia. Una città che è un anello di collegamento tra varie culture e popoli. E anche l’evento di oggi è un collegamento, è un ponte interculturale unico tra i nostri popoli, che rafforzerà ulteriormente i legami culturali e spirituali già esistenti tra di noi. Cari presenti, sebbene i rapporti tra Armenia e Italia siano ancora giovani, i legami tra i nostri popoli, basati su una comune storia e identità culturale, sulla simpatia reciproca e sui valori condivisi, raggiungono le profondità della storia millenaria e i tempi antichi.

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Carlo Verdone, Tsovinar Hambardzumyan, Nicola Rinaldo Porro, Letizia Leonardi

Le nostre interazioni culturali hanno radici profonde: il primo libro stampato in lingua armena è stato pubblicato a Venezia nel 1512. Per i cristiani armeni è di immenso valore che le reliquie di San Gregorio l’Illuminatore, primo Patriarca della Chiesa Apostolica Armena, siano conservate nella Chiesa di San Gregorio Armeno a Napoli e nella Cattedrale di Nardò.

Uno dei centri più importanti della rinascita della cultura armena in epoca moderna è l’Isola di San Lazzaro a Venezia, dove più di tre secoli fa è stata fondata la Congregazione Armena Mechitarista che ha dato un contributo inestimabile all’arricchimento del patrimonio scientifico, culturale e religioso armeno e mondiale.

Potrei andare avanti ma senza abusare della vostra pazienza mi soffermerei sul motivo di questo nostro incontro, a sua volta importante e significativo, dedicato al grande poeta armeno Yeghishe Charents, le cui opere pubblicate in Italia hanno aggiunto un tono unico alla tavolozza dei colori dei nostri rapporti.

Il lettore italiano ha conosciuto Charents attraverso le traduzioni di uno stimato intellettuale italiano, il Professor Mario Verdone. E questo a mio avviso già di per sé è una cosa straordinaria. E il fatto che il professor Verdone lo abbia fatto nel lontano 1968, rende anche molto significativo il suo impegno. In quegli anni l’Armenia non era uno Stato indipendente e né poteva aspirare ad esserlo perché l’Unione Sovietica, di cui faceva parte, era ancora piuttosto forte. Pertanto, divulgare la cultura armena era troppo difficile se non impossibile.

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Quindi, il lavoro di Mario Verdone – e qui voglio sottolineare – il padre del nostro amatissimo Carlo Verdone, è impagabile. Il suo nome rimarrà sempre vivo nei nostri cuori, nel mio cuore in particolare. È stato grazie a lui che ho rafforzato il desiderio di far conoscere meglio Charents in Italia e portare avanti un progetto ambizioso: di mettere insieme e pubblicare tutte le opere del poeta tradotte in italiano da varie persone. E così, il seme che il professor Verdone ha piantato più di mezzo secolo fa, oggi è diventato un immenso albero, i cui rami si piegano sotto il peso dei suoi frutti.

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Carlo Verdone, Nicola Rinaldo Porro, Tsovinar Hambardzumyan, Letizia Leonardi

Il primo volume del suddetto progetto s’intitola proprio “Io della mia dolce Armenia”, che a sua volta è il nome di una delle poesie più amate, se non la più amata, di Charents da parte degli armeni.

Mi fa piacere ricordare che il volume “Io della mia dolce Armenia” l’anno scorso è stato presentato all’Università La Sapienza di Roma e anche allora Carlo Verdone ci ha onorato della sua partecipazione.

Sempre l’anno scorso è uscito anche il secondo volume dell’antologia con il titolo “E l’alba si tramutò in tramonto”. Entrambi i volumi sono stati pubblicati dalla casa editrice Leonida Edizioni e presentati alla Xenia book fair. Quest’anno è prevista la pubblicazione del terzo volume.

Ma non finisce qui. La provvidenza ha voluto che quasi in contemporanea nascesse un altro bellissimo progetto. La qui presente giornalista e scrittrice, grande amica del popolo armeno e soprattutto una persona straordinaria Letizia Leonardi, ha scritto e pubblicato la biografia di Charents dal titolo “Yeghishe Charents – Vita inquieta di un poeta”. Questi due progetti si completano a vicenda attraverso i quali il lettore italiano ha possibilità di conoscere a fondo sia lo scrittore e che l’uomo.

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Carlo Verdone, Ettore Falzetti

Cari presenti, parlando della cultura,  non posso non menzionare ciò che succede oggi con il patrimonio storico-culturale armeno. Anche in passato, a causa delle difficili vicende storiche, la nostra ricca e millenaria cultura spesso ha rischiato di essere cancellata. Ma, nonostante tutto, siamo riusciti a preservarne una parte significativa e tramandare fino ai nostri giorni.

Purtroppo, anche oggi esiste la stessa minaccia. Mi riferisco al patrimonio storico-culturale cristiano dei territori del Nagorno Karabakh passati sotto il controllo dell’Azerbaigian, Distruzioni, atti vandalici, alterazioni, falsificazioni sono all’ordine del giorno. In altre parole, dopo la pulizia etnica, si annienta ogni traccia della presenza degli armeni…

E penso che simili manifestazioni ed eventi culturali da una parte contribuiscano a sensibilizzare e focalizzare l’attenzione pubblica sulla situazione attuale armena e, dall’altra, diventino semi per far crescere la pace attraverso “sfide” culturali.

 

Cari amici, Ringrazio particolarmente l’Associazione Spazio Libero Blog, il presidente Fabrizio Barbaranelli, per dare la vita a questo evento importantissimo.

Colgo l’occasione per esprimere la mia gratitudine a Carlo Verdone. Tutti lo conosciamo e lo amiamo come regista, sceneggiatore, attore, ma grazie a quest’iniziativa molti di voi forse hanno scoperto un suo nuovo aspetto sconosciuto.

Tutti Insieme

Fabrizio Barbaranelli, Carlo Verdone, Letizia Leonardi,  Kevork Orfalian, Carlo Alberto Perillo, Teresa Mkhitaryan.

Ci tengo in particolare a esprimere la mia profonda gratitudine a Letizia Leonardi per la dedizione e professionalità con cui ha collaborato disinteressatamente a questo progetto, così come ha realizzato molti altri. L’anno scorso Letizia è stata premiata con la medaglia di gratitudine da parte del Presidente dell’Armenia.

Ringrazio di cuore nuovamente tutti coloro, che non ho nominato, ma che hanno lavorato per realizzare questo magnifico progetto.

LETIZIA LEONARDI                                                                                                        (segue)

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* Foto di Enrico Paravani