“CHE AMBIENTE CHE FA” DI LUCIANO DAMIANI – LA PRESTAZIONE ENERGETICA SECONDO L’UE. La legge sull’efficientamento energetico degli immobili.

di LUCIANO DAMIANI

“Piove, governo ladro”, chi non conosce questo modo di dire? Chi non l’ha mai usato? Una ironia per quanti incolpano il potere anche per la pioggia che cade. Siamo abituati a sentire quotidiani lamenti e strali lanciati contro l’autorità costituita, spesso, se non quasi sempre, privi di fondamento. Non poteva essere diversamente per la legge europea che recita “Prestazione energetica nell’edilizia”, ‘Risoluzione del Parlamento Europeo’ con la quale l’Unione cerca di affrontare il tema della efficienza energetica del patrimonio immobiliare europeo nell’ottica dell’obbiettivo strategico della neutralità ambientale. Il Consiglio dei Ministri finanziari ha ratificato la normativa uscita dal Parlamento Europeo.

All’indomani del voto parlamentare si sono levate le litanie antieuropeee, che se fossero state solo quelle dei soliti noeuro, nogreen, novax ecc.. sarebbe stato poco male, ma il fatto é che anche buona parte della politica nostrana ha dato fiato alle trombe anti Unione provocando l’idea dei più sordidi intendimenti: “ci vogliono portare via le case”, “ci vogliono impoverire per comprarci con due soldi” ecc… compreso l’armamentario della grande finanzia che accumula ricchezza portandola via pezzo pezzo ai cittadini. Se da una parte il popolo dei social può essere in parte compreso, dall’altra i politici che cavalcano questo sentire non svolgono il loro ruolo con onore poiché, al di là del raccontare il vero o il falso, al di là dello speculare sui timori della gente, non adempie ad uno dei compiti della politica, quello di far comprendere le norme per quello che sono, anche criticandole, é legittimo, ma non é legittimo il farle apparire per quel che non sono evitando di ‘raccontarle’ per ciò che dicono.
Lo scopo di questa norma recita all’art. 1: 
“La presente direttiva promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra provenienti dagli edifici all’interno dell’Unione per conseguire un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, tenendo conto delle condizioni locali, delle condizioni climatiche esterne, delle prescrizioni relative alla qualità degli ambienti interni e dell’efficacia sotto il profilo dei costi.”
In questo primo articolo già si intravedono le linee guida dell’intero testo che è fatto di tempi lunghi ed attenzione alle mille diverse condizioni e fattori dirimenti che ne condizionano l’attuazione. Anche gli stati membri, nel redigere i propri piani, dovranno tenere conto delle peculiarità del proprio paese. Chi pensa che dovrà vendersi le mutande per rimanere in possesso della propria casa può stare tranquillo, questo non accadrà. Numerose sono le eccezioni che vanno dalla tipicità dell’edificio che non consente l’efficientamento al costo qualora fosse superiore al beneficio. Nessun privato sarà costretto a ristrutturare la propria casa, la norma interviene infatti sulle nuove costruzioni e al momento di una eventuale “ristrutturazione importante”, ovvero qualora si intenda ristrutturare radicalmente il proprio immobile, solo allora occorrerà tenere conto di questa legge. Chi pensa che sarà ‘costretto’ a ristrutturare si sbaglia di grosso ed il politico o il giornalista, due figure che si fatica a distinguere, che raccontano queste falsità é, appunto, un falso, un cattivo maestro dell’opinione pubblica, ahinoi siamo abituati a coloro che cavalcano i sentori delle viscere popolari.
 L’Articolo 8 “Edifici esistenti” al comma 1 recita:
“Gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che la prestazione energetica degli edifici, o di loro parti, destinati a subire ristrutturazioni importanti, sia migliorata al fine di soddisfare i requisiti minimi di prestazione energetica fissati conformemente all’articolo 5 per quanto tecnicamente, funzionalmente ed economicamente fattibile. Tali requisiti si applicano all’edificio o all’unità immobiliare oggetto di ristrutturazione nel suo complesso. In aggiunta o in alternativa, i requisiti possono essere applicati agli elementi edilizi ristrutturati.” Il testo specifica cosa si intenda per “Ristrutturazione importante”, nelle ‘Definizioni’ al n. 22: 
 “”ristrutturazione importante”: la ristrutturazione di un edificio quando: a)  il costo complessivo della ristrutturazione per quanto riguarda l’involucro dell’edificio o i sistemi tecnici per l’edilizia supera il 25 % del valore dell’edificio, escluso il valore del terreno sul quale è situato; oppure b)  la ristrutturazione riguarda più del 25 % della superficie dell’involucro dell’edificio; gli Stati membri possono scegliere di applicare l’opzione di cui alla lettera a) o quella di cui alla lettera b);”
La normativa quindi si applica immediatamente alle nuove costruzioni e per gradi alle ristrutturazioni sempre che sia tecnicamente applicabile ed economicamente accettabile. Livello più importanti di efficienza saranno richiesti a seconda del momento temporale rispetto al piano nazionale nel quale viene fatta la ristrutturazione, in altre parole più si andrà avanti negli anni più impegnativa dovrà essere la ristrutturazione. Per altro non si è obbligati a raggiungere la neutralità ambientale ma una sorta di risparmio energetico percentuale variabile a seconda di fattori specifici e temporali.
La filosofia di questa direttiva così approvata é quella di un progressivo adeguamento ad iniziare dalle situazioni peggiori di “deficit energetico”, per le quali sono previsti adeguati investimenti pubblici che si fanno carico anche dei costi delle incombenze burocratiche.
Dall’Art. 9 comma 2: 
“Gli Stati membri provvedono affinché il consumo medio di energia primaria in kWh/(m2.a) dell’intero parco immobiliare residenziale: a) diminuisca di almeno il 16 % rispetto al 2020 entro il 2030; b) diminuisca di almeno il 20-22 % rispetto al 2020 entro il 2035; c) entro il 2040, e successivamente ogni cinque anni, sia equivalente o inferiore al valore determinato a livello nazionale derivato da un progressivo calo del consumo medio di energia primaria dal 2030 al 2050 in linea con la trasformazione del parco immobiliare residenziale in un parco immobiliare a emissioni zero. Gli Stati membri provvedono affinché almeno il 55 % del calo del consumo medio di energia primaria di cui al terzo comma sia conseguito mediante la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le prestazioni peggiori.……”
Quindi i paesi europei dovranno redigere appositi piani in questo senso, ovvero per una progressiva riduzione dei consumi energetici ed un sostegno importante per la ristrutturazione delle realtà peggiori, infatti una buona metà delle ristrutturazioni riguarderà gli immobili nelle peggiori condizioni per i quali occorreranno congrui piani di investimenti pubblici. Anche gli edifici non residenziali e pubblici sono similmente normati.
Una parte della legge interessa però tutti noi o quasi, tutti i titolari di immobili. Tutti noi avremo bisogno, prima o poi, del ‘Attestato di prestazione energetica’. Non siamo obbligati a ristrutturare i nostri immobili, ma siamo obbligati a certificarne l’efficienza in caso di vendita, locazione ecc… Il certificato serve anche a stabilire le condizioni dell’immobile ed in quale fase del programma nazionale di efficientamento possa essere considerato. Va da se che un immobile con migliori prestazioni possa godere di un valore economico superiore rispetto a chi non può vantare le stesse condizioni, del resto sappiamo bene che ogni miglioria che facciamo al nostro immobile ne accresce il valore, non é forse giusto? Questo attestato non é forse un riconoscimento pubblico e garantito del valore della nostra casa? Dall’altro lato non é forse una garanzia per chi compra o chi si appresta ad essserne il conduttore?
Articolo 20 Attestato di prestazione energetica
“1. Gli Stati membri provvedono affinché l’attestato digitale di prestazione energetica sia rilasciato: a) per gli edifici o le unità immobiliari quando sono costruiti, sottoposti a ristrutturazione profonda, venduti o locati ad un nuovo locatario o il cui contratto di locazione è rinnovato;” 
 “4. Gli Stati membri dispongono che gli edifici o le unità immobiliari in vendita o in locazione abbiano un attestato di prestazione energetica e che l’indicatore e la classe di prestazione energetica che figura nell’attestato di prestazione energetica dell’edificio o dell’unità immobiliare, secondo il caso, sia riportato negli annunci commerciali online e offline, compresi i portali web di ricerca immobiliare.”
Oltre al supporto tecnico finanziario previsto dalla norma, viene chiesto agli stati di farsi carico dei problemi a carico degli affittuari allorché vengano a trovarsi in difficoltà per l’aumento del canone d’affitto a casusa dell’efficientamento dell’immobile.
Art. 17 comma 17: 
“Fatti salvi le rispettive politiche economiche e sociali nazionali e i sistemi di diritto in materia di proprietà, gli Stati membri affrontano la questione dello sfratto delle famiglie vulnerabili causato da aumenti sproporzionati dei canoni di locazione a seguito della ristrutturazione energetica del loro edificio o della loro unità immobiliare residenziale.”
Qualora qualcuno pensasse di dover ristrutturare la ‘casa la mare’ sappia che quel tipo di immobile rientra nelle eccezioni
Art. 9 comma 6 
“d) edifici residenziali che sono usati o sono destinati ad essere usati meno di quattro mesi all’anno o, in alternativa, per un periodo limitato dell’anno e con un consumo energetico previsto inferiore al 25 % del consumo che risulterebbe dall’uso durante l’intero anno;”
La legge considera anche la ‘mobilità sostenibile’ prevede infatti anche l’installazione o predisposizione di prese per la ricarica delle auto elettriche e gli stalli per le bici. Per il raggiungimento dello scopo é prevista l’installazione di pannelli solari ed anche la fornitura di energia primaria prodotta da fonti sostenibili esterne all’immobile, ovvero nel caso che l’immobile o il complesso immobiliare venga alimentato primariamente da una fonte sostenibile, ovvero se il fornitore di energia elettrica utilizza fonti sostenibili, questa fornitura contribuirà al raggiungimento delle percentuali di efficienza richieste all’immobile.
Insomma le paure del “sopruso europeo” o della “follia green” non hanno proprio alcun motivo di essere, mentre l’impegno, quello si, é richiesto ai paesi dell’Unione che dovranno ipotizzare, perseguire e verificare i propri piani dovendone rendere conto alla Commissione. Anche la sfida economica per i singoli paesi appare particolarmente ardua, dovranno infatti predisporre importanti piani finanziari, strumenti per il finanziamento delle ristrutturazioni e reperire importanti fondi. La sfida non sarà tanto per i cittadini chiamati a chissà quale sforzo o sacrificio, ma più realisticamente per gli stati sui quali grava un difficile compito di programmazione, normazione, e impegno finanziario. Il ministro Pichetto Frattin, all’indomani dell’approvazione dell’ECOFIN ha dichiarato che l’impegno é arduo, anzi impossibile, il ministro Giorgetti si chiede “Chi ci mette i soldi?”. Il fatto che solo Italia ed Ungheria abbiano votato contro, dà il segno di quanto il nostro paese, fondatore della UE, si stia allontanando dagli altri paesi europei, della sua incapacità di ‘reggere il passo’ degli altri. Incapacità che meriterebbe una riflessione.
Certo, per chi nega qualsiasi responsabilità umana nei temi ambientali e climatici, tutto ciò non ha senso se non quello di favorire le “lobbies del green”, per quelli che “esiste il carbone pulito” o “ci ammazzano con le scie chimiche” ed anche “comincino i cinesi” ecc… non credo ci sia molto da fare, non si convinceranno mai, il guaio é che certa politica li cavalca…..
Il testo consolidato: 
LUCIANO DAMIANI
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