FLEXIMAN…. C’È POCO DA RIDERE
di LUCIANO DAMIANI ♦
Sta succedendo qualcosa che forse non era mai capitato, accade grazie a e nei ’social’. I social prima non esistevano e la comunicazione era a senso unico, i tempi però son cambiati ed occorre fare conto con questa sorta di entità un po’ astratta e un po’ reale.
Accade che un tale, mosso chissà da cosa, armato di frullino, in quel del nord-est ha iniziato ad abbattere i pali sui quali sono installati gli autovelox. Di per se il fatto non meriterebbe gran che attenzione se non fosse che costui pubblica le sue gesta sui ‘social’ come fosse una sorta di Robin Hood de noantri, contro le vessazioni dell’autorità che come una ghigliottina a sorpresa taglieggia il cittadino che passa per quelle strade. Questo novello Robin viene osannato e raccoglie consensi ed incitamenti da una certa parte, non marginale, della popolazione social e fa proseliti ed emuli, si moltiplicano i pali segati e le telecamere spruzzate di vernice, e c’é anche chi ha dichiarato guerra ai dossi di rallentamento, ci mancava un “Dossiman”. I media, che oramai pescano le notizie abbondantemente dai social e le diffondono senza neppure porsi una qualche sia pur minima domanda, un minimo di verifica o di ragionamento, l’hanno fatto diventare un tema primario di attualità, una cosa da prima pagina ma lo hanno fatto come un mero fatto di cronaca, in realtà questo fenomeno merita qualche approfondimento, non tanto sulle cause e/o motivazioni, quanto per quello che rappresenta, per il futuro che fa presagire.
Stiamo assistendo a qualcosa che è simile alle proteste contro le misure anti Covid ma quì c’é un cambio di passo, sia nella forma della protesta che nell’effetto, stiamo assistendo al compimento di reati ‘fisici’ ed all’incoraggiamento, con tanto di emulazione, alla protesta verso l’autorità, una autorità che non é più qualcosa di un po’ lontano ed inattaccabile, non si tratta di combattere i ‘poteri forti’ o il governo ‘lontano’, qui si combattono le amministrazioni locali, qualcosa di molto più vicino ed anche meno forte, di certo non intoccabile. Le cronache ci dicono che qualche sindaco si é arreso, non ripristinerà gli autovelox abbattuti e non ci sarebbe da stupirsi se qualche esagitato si sentisse in dovere di alzare le mani sul proprio sindaco.
In altre parole stiamo assistendo ad una concreta ribellione contro l’autorità, contro la legge e con piglio di sfida, sfida che si materializza con le pubblicazioni dei video sui social, una ribellione che raccoglie consensi ed emuli. Non é solo il Nord Est ad essere interessato infatti uno di questi é stato beccato in Piemonte e ci sono casi in Lombardia, insomma il fenomeno si sta allargando. Questa illegale forma di protesta, ben oltre il vandalismo, trova apprezzamenti diffusi, il sostegno del ‘popolo vessato’ che sempre più rifiuta l’autorità in quanto tale. Tutto ciò vuol dire che il ‘sistema’ non regge più, é un vero problema sociale e politico se anche coloro che hanno la capacità e competenza di ragionare si oppongono al potere andando oltre la legalità e facendo di ‘delinquenti’ degli eroi da emulare e sostenere. Forse la nostra società sta sfuggendo di mano alle istituzioni ed alla politica? La domanda é grave ed una riflessione seria s’impone. Io una idea l’avrei, penso che questa promessa di sfascio sociale derivi in buona parte dal populismo che é entrato a gamba tesa nella vita politica italiana, un populismo che ha screditato il ‘sistema’ ma senza produrre l’alternativa credibile e funzionante.
Appare quindi fondamentale che si lavori per ripristinare l’autorevolezza e la credibilità del sistema, ma di questa necessità non pare ci sia gran consapevolezza, non c’é nella politica, e non c’é nei media, chi dovrebbe non si rende conto che se crolla il sistema crolla la società, con il disastro che neppure si riesce ad immaginare.
Nello specifico del tagliatore di pali direi che c’é un generale atteggiamento della politica, dei media e della gente in genere, a evidenziarne le motivazioni non senza una più o meno velata approvazione, la cosa invece meriterebbe seria e motivata condanna. Non si tratta di condannare la protesta in quanto tale, si tratta di condannare, senza se e senza ma, il superamento di certi limiti, per altro ben scritti e definiti, quando si viola la legge non c’é da discutere, piaccia o no. Si sta facendo invece strada l’idea che sia giusto, che si possa e si debba violare la legge per noi ‘sbagliata’, ovvero quella che non ci piace, anche soprattutto e grazie ai social, si dice “é lecito non rispettare la legge ingiusta”. Una buona mano a questo la danno i media e la politica, attori che hanno perso il ‘senso dello stato’ e si comportano similmente al partigiano (uomo di parte), trovando in ciò lo grande platea degli italiani che, si sa, sono/siamo tutti tifosi.
In tutto questo c’é davvero poco da ridere!
LUCIANO DAMIANI

Fleximan è il sintomo di un malessere più che comprensibile…gli automobilisti italiani sono i più tartassati al mondo.
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