IL PREMIO SCALFARI E NOI

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Il 13 dicembre il Teatro Traiano Civitavecchia ospiterà per la seconda volta il Premio Scalfari. Un’iniziativa ambiziosa, coronata nella prima edizione da un indubbio successo che ha trovato nel nostro blog la sua naturale incubatrice.
Non solo i collaboratori più assidui, ma la più vasta area di amici che ormai da qualche anno ne seguono l’attività si sono fatti promotori, e anche organizzatori materiali, di un evento che già al suo esordio ha sorpreso per la partecipazione di pubblico e per l’interesse suscitato. Con noi altre due associazioni cittadine, Blue in the Face e Book Faces anche per dare un segnale importante alla città, dove prevale la frammentazione, la incomunicabilità tra i soggetti culturalmente impegnati.
Un segnale quindi controtendenza la cui positività si manifesta appieno e si conferma a distanza di un anno constatando come nessuno, dentro e fuori il circuito degli amici e collaboratori del blog, abbia manifestato dubbi o perplessità nel rinnovare un impegno indubbiamente gravoso e affidato per intero al lavoro e alla passione di una comunità di volontari.
Il Premio Scalfari, insomma, ha rappresentato forse un’occasione per riconoscerci in tempi segnati dalla crisi della partecipazione politica, dal bombardamento comunicativo dei social, dalla fatica e dalle incognite della sperimentazione.
Per tutte queste ragioni, insieme agli amici di Repubblica, abbiamo voluto darvi continuità promuovendo un programma non divisivo. La formula può sembrare rituale e persino equivoca. Chi però si sia cimentato con progetti di profilo culturale, anche quando non erano in gioco interessi prosaici, ha sperimentato quanto sia impegnativo trovare il giusto equilibrio fra la passione dei volontari e le ragioni della professionalità, fra l’appello al “tutti insieme appassionatamente” e le umane gelosie, le piccole rivalità, le suscettibilità in agguato.
Nel nostro Paese più che altrove, però, proprio la “provincia”, quando ha saputo emanciparsi dal localismo, ha rappresentato non di rado una straordinaria incubatrice di idee e di innovazione. I nostri mille campanili sono stati spesso, in tempi diversi, i promotori di autentiche rivoluzioni culturali: sono stati soggetti della civilizzazione.
Sfide ambiziose esigono tuttavia pazienza, solidarietà e competenze. Proprio la collaborazione con gli amici di Repubblica – fra le testate leader nel panorama della stampa europea – si è rivelata decisiva. Quella sinergia, tuttavia, poteva esaurirsi con il successo della prima edizione, con l’omaggio tributato a Eugenio Scalfari dalla sua città natale e dal giornale partorito dalla sua fantasia visionaria.
Invece abbiamo deciso insieme di rinnovare l’impegno, di farne un appuntamento che ha già trovato ospitalità nell’agenda nazionale degli eventi culturali. Vogliamo e dobbiamo vincere questa sfida rinnovando l’impegno assunto in occasione della prima edizione. Un impegno onorato da tutti con un rispetto di tempi, regole e procedure che basterebbe da solo a smentire tanti luoghi comuni malignamente associati alla nostra identità nazionale. Al successo della prima edizione ha contribuito il concorso di tutte le diverse forze in campo. L’evento fu vissuto come un’impresa comune, animata dalla voglia di far bene. Quest’anno la “discesa in campo” degli amici di Repubblica si annuncia ancora più massiccia e impegnativa promettendo un ulteriore salto di qualità. Dopo appena un’edizione, va ripetuto con legittimo orgoglio, Il Premio Scalfari è già diventato un appuntamento nazionale che, per la sua collocazione temporale, chiude la stagione di questo genere di manifestazioni. Gli amici di Repubblica, a cominciare dall’ex direttore Ezio Mauro, lo considerano ormai un appuntamento di rilievo nazionale, che ha trovato lo spazio poche settimane fa nella pagina culturale del quotidiano.
A tutti noi l’onere e l’onore di essere all’altezza della sfida, sapendo che possiamo e dobbiamo farcela. Vi aspettiamo tutti!

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