La follia
di ANNA LUISA CONTU ♦
“La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo e non c’è luogo dove non risplenda”. Così William Shakespeare ne “la dodicesima notte” che è una commedia, ma commedia dark, una commedia nera che giocando sugli equivoci, i travestimenti, gli scherzi feroci, come nelle tragedie, indaga sulla penetrazione del male nel mondo.
A me sembra che siamo in uno di quei momenti di impazzimento della storia umana , di feroce follia, di uomini e popoli che si guardano e si azzannano come bestie feroci. E la parola bestia viene usata in Ucraina , in Palestina per non riconoscere umanità ai nemici. “ Le cose si affrontano in bruta opposizione” .
I miliziani di Hamas che sono entrati in Israele e hanno fatto scempio di uomini, donne, vecchi e bambini, che mentre compivano stragi di giovani inconsapevoli in un rave party, non vedevano le loro vittime con occhi di uomo, vedevano il nemico che avevano imparato ad odiare e che li aveva confinati nella loro prigione a cielo aperto della Striscia di Gaza. Senza speranza.
Il mondo è fuori di sesto e non c’è nessuno che riesca a metterci ordine. Il comandante in capo barcolla , non é più come l’ape regina nell’alveare a cui debbono far capo tutte le api.
” La forza sarà diritto, o peggio , diritto e torto, alla cui eterna dialettica presiede la giustizia , perderanno il loro nome e così pure la giustizia. Tutto si risolve nel potere, il potere in egoismo, l’egoismo in appetito e l’appetito, lupo universale, vorrà fare dell’intero universo la sua preda e alla fine divorerà se stesso”.
È sempre Shakespeare che mette in bocca ad Ulisse queste parole nel “Troilo e Cressidra”.
In questo sconvolgimento globale gli uomini politici che presiedono alle sorti del mondo sono mediocri macchiette, corrotti e assettati di potere, aspirano non alla grandezza ma, vanesi, alla permanenza nel ruolo.
Sembra non ci sia nessun Nelson Mandela, capace di riconciliazione, capace di soffocare la guerra civile permanente, con parole di accettazione, di perdono, di pace.
Israele , lo Stato di Israele , dopo aver oppresso per decenni i palestinesi, aver distrutto le loro case, rubato i loro campi, incarcerato anche i bambini che tiravano sassi, fatto vivere milioni sotto un regime di apartheid, piange i suoi morti con lacrime di vendetta e reclama la moltiplicazione delle vittime tra i suoi nemici.
Una fiumana di gente in fuga in mezzo alle macerie della città bombardata: le donne con gli abiti che impediscono loro agili movimenti, hanno nei visi tutto il dolore del mondo, i loro bambini, tanti bambini, scalzi con i piedini neri di sporco, sembrano avere la pazienza e la consapevolezza dei vecchi che hanno conosciuto più guerra che pace. Si muovono, obbligati da un ultimatum e dalle bombe, verso un meridione dove non c’è acqua, non c’è cibo, come nel romanzo di Cormac McCarthy The road.
Non ci ricorda niente, questo, a noi europei? Eppure la nostra storia è intrisa dalle persecuzioni, i pogrom, le espulsioni degli ebrei, a cominciare da quell’editto spagnolo del 1492 con il quale viene intimato di uscire dai regni e signorie spagnoli entro cinque mesi pena la morte. E i massacri in tutta Europa e Russia nell’ottocento che furono il terreno preparato per la soluzione finale attuata in modo scientifico dai Nazisti, l’unicum della storia umana.
Il senso di colpa domina l’Europa e l’Occidente e la risoluzione Onu 181 del1947 legittimò la creazione dello Stato di Israele che gli assegnava una gran parte della Palestina mandataria, cacciandone gli arabi (la Nakba).
Da allora Israele, come un figlio prepotente e viziato, ha ignorato ogni risoluzione Onu, proliferando gli insediamenti di coloni in difesa dei quali schiera uno degli eserciti più potenti del mondo, riducendo Gaza in un immenso ghetto e la Cisgiordania un territorio senza continuità, separato da muri di cemento armato e filo spinato.
La vendetta di Israele , il suo “diritto” all’auto difesa, si spinge fino a bombardare gli ospedali a Gaza e a negare l’atto. Mentre scrivo in quell’ospedale colpito dai raid sono morte 500 persone.
Il cuore di tenebra porta solo all’orrore.
ANNA LUISA CONTU
Molto bello questo contributo, grazie
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Hai coraggio, Lisa, a scrivere della Palestina 🇵🇸. Mi capita di essere bloccata su Facebook, come su altri social, se ” comunico” immagini della follia di Gaza, solo se scrivo “Palestina 🇵🇸”. Dicono che siano gli algoritmi, ma chi fa funzionare questa ” censura”? È la tecnologia a favore dei potenti.
Si può dire solo se mascheriamo il nostro dissenso usando la grande letteratura, mi ricorda il pensiero di Gramsci, fare propria la cultura, la letteratura, il saper parlare della borghesia illuminata.
Gramsci: odio gli indifferenti!
Quanto fummo interessati, come insegnanti, alla decolonizzazione e allo sviluppo? Ma ci facevano vedere il problema con un’ottica che non era quella propria dei paesi emergenti.
Ci preoccupiamo dei bambini che non hanno scuola,
a Gaza ci sono morticini della ” Vendetta” e bambini che non hanno acqua!
La Pace non risolverà la dissoluzione dei Palestinesi, cristiani e musulmani.
Paola Angeloni.
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Cara Paola parlare dei torti che subiscono i palestinesi è tabù, si viene subito accusati di antisemitismo. Accusa per quanto mi riguarda risibile. Non ci sono mai stati ghetti nel paese dove sono nata e ho vissuto l’infanzia. Anche se ebrei furono deportati in Sardegna dai Romani e i loro discendenti hanno il cognome che termina in “a”, Sanna per esempio.
Ma noi abbiamo il dovere di testimoniare anche se la macchina da guerra mediatica cerca di convincere tutti che Cristo é morto di freddo. Come nella citazione shakespeariana la forza ha preso il posto del diritto e la giustizia ha perso il suo nome.
Lisa
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Ciò che preoccupa è l’evolversi di questa guerra che non ha soluzioni praticabili. I paesi occidentali, in primis l’USA, molta parte dell’Europa, compreso il nostro attuale governo, danno sostegno a Israele. La realtà della situazione è sotto gli occhi di tutti ma gli stati più potenti non la vogliono vedere o non sanno come gestirla.
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Davvero Palestina impronunciabile, come rileva Paola. Ieri dalla Gruber l’attivista palestinese invitata slla trasmissione ha potuto esprimere il suo punto di vista senza censure ma comunque “incalzata” da Lilli a dare una definizione di Hamas, a prendere posizione da signora borghese moderata quale in effetti è. Il sangue palestinese versato, non solo ora, è un vero tabù. Mi sono nel tempo convinta che ci si opponga alla pacificazione tra i due popoli, che interessi superiori ed esterni soffino sulle braci e appena si manifesta uno spiraglio di compromesso, rinfocolino il conflitto. Ovviamente facendo leva sull’odio fraterno, che è ancestralmente il più forte di tutti. 😢
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Anna Luisa tu dici “si azzannano come bestie feroci”.
E non fai distinzione.
Se la bestia colpisce in modo bestiale la distinzioni sono irrilevanti.
Sono d’accordo ma vorrei segnalare una correzione della frase da me sopra riportata: Se la bestia colpisce in modo “umano”(non bestiale!).
Questa forma è molto più corretta.
Domani tento una metafora per chiarire il senso di ciò che ho ora detto.
Carlo Alberto
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Scusami, Carlo Alberto, ma non capisco che mi vuoi dire. Se queste tue parole sono per amore delle bestie, ti do ragione.
Lisa
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Scusami, Carlo Alberto, non capisco che vuoi dire. Se intendi che gli animali sono migliori di noi umani, hai ragione.
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La risoluzione 181 non fu accettata dagli arabi non perché vantaggiosa per Israele, ma perché semplicemente Israele non doveva esistere. Questa convinzione permane tuttora e ha portato a una radicalizzazione di entrambe le parti con i continui atroci eventi che ne conseguono.
Hamas ha in odio gli ebrei (non solo Israele) e i valori occidentali, appare molto più intenta alla distruzione del nemico che all’interesse dei palestinesi. Israele per contro si è comportata e si comporta come potenza coloniale con una protervia solo in parte temperata dal fatto di essere comunque una democrazia.
Gli accordi di Oslo sembrano un lontano ricordo e la follia distruttiva , come giustamente scrivi, domina incontrastata in questa terra senza pace
Ettore
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Caro Ettore, leggo solo ora e mi scuso. Ti meravigli che gli arabi non accettarono la risoluzione 161; certo chiunque di noi avrebbe fatto altrettanto se fossimo stati obbligati ad accettare una famiglia di estranei a casa nostra. Attualmente, dopo tanto sangue versato , non mi pare che, a parte l’Iran, ci sia un paese Arabo che vuole la distruzione di Israele, forse neanche Hamas, perchè conoscono i rapporti di forza. Si può porre fine ai massacri creando i due stati per i due popoli. Accetterà Israele ?
Lisa
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