CARO JACOB

di CARLO ALBERTO FALZETTI

Jacob,

mio fedele e giovane pupillo è di estremo interesse che il tuo Magister ti inciti verso una vita virtuosa e timorata di Dio. Rientra nei miei compiti metterti in guardia e, dunque, al riparo da un calamitoso pericolo che il re delle tenebre ha ordito contro i puri di cuore attraverso l’esistenza mondana di una creatura quale tremendo strumento di perversione: la femmina!

La femmina, siine convinto, quando questa  non sia castigata attraverso un’ appropriato freno morale che limiti la sua peccaminosa tendenza di  natura. Allorquando quel freno è in atto allora ella diviene strumento di gloria per la moltiplicazione dei figli di Dio, come ci ha insegnato divinamente, nella sua vita terrena, la Madre Castissima.

La femmina, in primo luogo è credula sicchè il Diavolo predilige aggredirla alla sua causa. In secondo luogo, le donne per natura sono facilmente impressionabili e dunque pieghevoli nel ricevere rivelazioni contorte. In terzo luogo la femmina ha lingua lubrica e difficilmente riesce a nascondere alle altre di loro le male arti. In quarto luogo la volubilità è un ulteriore segno della sua debolezza. E, da ultimo, la semplicità  del loro intelletto le fa assomigliare a dei bambini, come l’ottimo Terenzio ci avverte.

Ma nulla di tutto questo rappresenta gravità se posto a confronto con ciò che tutti i casti predicatori espongono come il massimo dei pericoli intramondani: la sua carnalità!  

La ragione naturale è che essa è più carnale dell’uomo, come risulta in molte nefandezze e sporcizie sessuali! Da una costola curva fu tratta, cioè una costola del petto ritorta acciocchè  fosse contraria all’uomo. Un difetto che la rende animal imperfectum.

Se il mondo potesse esistere senza la donna, caro Jacob, noi staremmo in compagnia degli Dei. Questo ci dice Catone l’Uticense e non c’è ragione per non assecondarlo. Ricorda bene, Adamo, prima della creazione di Eva, era in stretta vicinanza di Dio pertanto era inutile che gli uomini si moltiplicassero e morissero.  

Con Eva rampollò il peccato e, dunque, la morte. Femmina: più amara della morte! Fu Eva a sedurre Adamo e condurre costui al peccato, dunque alla morte.

E sia benedetto l’Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile dal flagello della femmina dal momento che ha voluto, l’Altissimo, nascere e soffrire per noi in questo sesso che, perciò, ha reso privilegiato.

Secondo i “Proverbi” tre sono le cose insaziabili ma noi diciamo che ce ne sia una quarta: la bocca della vulva per cui esse si agitano come diavolesse per soddisfare la loro libidine.

Le legna migliori per tenere acceso il fuoco dell’amore per Iddio sono quelle della Croce, ovvero le mortificazioni delle nostre voglie.

 Insomma, coscienzioso pupillo, sappi che la donna, porta in sé il fuoco della passione: semper mulier pro carnis concupiscientia intelligatur, così,  sempre così, va intesa.

Dilectus tanquam fratres, salutem et sinceram in Domino caritatem.

                                                                                                                       Strasbourg, inverno 1486                                                                                                                                              

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Una lettera di eccessiva fantasia che esaspera oltre misura l’avversione al femminile?

Ebbene il lettore sappia che la lettera sopra esposta potrebbe trovare una perfetta corrispondenza con un vecchio Manuale del ‘400, il Malleus Maleficarum scritto da due domenicani, Heinrich Institor e Jacob Sprenger quale testo ufficiale della persecuzione contro le streghe.

Testo antico, si dirà, relitto storico utile a far luce sul dramma da tutti conosciuto della lotta contro la stregoneria femminile che ha causato migliaia di roghi .

Ma il punto che voglio far rilevare non è per nulla storico.

Nell’inconscio collettivo quanta traccia di questa avversione, “condivisa da moltissimi”,è rimasta latente e pronta ad affiorare dalla sentina del profondo?

Ma, attenzione! Soffermarsi solo sulla Chiesa, che tante volte ha smarrito il tracciato originale, non è lecito. La misogenia non è collocabile in un settore dell’umano bensì contamina l’intero consorzio (ne è prova il fatto che, affievolita la devozione religiosa in modo così vistoso , permane il fenomeno nella società laicizzata). Soffermiamoci, per un attimo, sull’accadimento dello stupro quale metafora somma dell’avversione..

Lo stupro odierno è un fenomeno spiegato attraverso due categorie.

 La prima categoria ne fa il risultato di una passione sessuale del maschio dovuta alla libido e provocata dalla irrefrenabile attrazione nei confronti della donna.

Una seconda categoria di pensiero, di spessore più profondo, vede nello stupro  semplicemente l’esercizio del potere del maschio. Certamente questa seconda categoria ben si adatta allo stupro di guerra. Ma il punto più interessante è che la stessa categoria si adatta anche allo stupro in condizioni di normalità civile. Il ginocidio si giustifica, allora, ponendo in evidenza l’adagio” Rape is about power, not sex!!” (suffraga questa tesi la presenza inquietante della parafilia: stupro di bambine e anziane).

Ove si accetti questa seconda categoria, si pone la domanda: quanto è attuale la traccia mnestica del Malleus?  Meglio ancora e più in generale, quanto è presente l’archetipo del la reificazione del femminile stratificatosi nei millenni a partire dalla grande invasione indoeuropea  e dalla nascita della paterlinearità?

CARLO ALBERTO FALZETTI

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