L’Almanacco civitavecchiese di Enrico Ciancarini. Quell’estate del 1882 a Civitavecchia. La “Cronaca Bizantina” e rosa di Gabriele d’Annunzio.

di ENRICO CIANCARINI

La recente lettura del volume Dal nostro invitato Gabriele d’Annunzio. 1881-1891 Miserie e nobiltà nella cronaca rosa del decennio romano (2021) ben scritto da Pino Coscetta, già cronista del Messaggero e oggi scrittore concentrato sulla storia più recente di Roma, mi ha spinto a sfogliare Cronaca Bizantina il periodico romano su cui scrisse e diresse per alcuni anni Gabriele d’Annunzio.

Il futuro Vate arrivò nella capitale alla fine del 1881 e trovò il suo primo impiego al Capitan Fracassa dove già scriveva il corregionale Edoardo Scarfoglio, poi iniziò a collaborare con altre testate.

Pino Coscetta scrive che “l’idea geniale del riccioluto Gabriele è quella di mettere la sua forbita scrittura al servizio della cronaca più frivola, quella dei salotti, delle feste, delle cacce alla volpe, della bella vita condotta dalle nobili dame in una Roma affamata del piacere più sfrenato”.

D’Annunzio immette energia e talento letterario nei suoi articoli “ridà vita alle smorte cronache di società inventando una nuova cronaca rosa della quale le nobili dame e gli stessi lettori non possono più farne a meno”.

Il giovane scrittore firma i suoi articoli sui diversi giornali romani con una serie infinita di pseudonimi fra cui Il Duca Minimo, Vere de Vere, Miching Mallecho, Myr, Il Marchese di Caulonia, Filippo La Selva e tanti altri. Fra questi Coscetta non cita Dottor Faust, nome d’arte che invece indica Giovanna Caltagirone a pagina 54 del suo saggio Dietroscena: l’Italia post-unitaria nei romanzi di ambiente parlamentare, 1870-1900 (1993) dove si legge che dietro i vari pseudonimi utilizzati su Cronaca Bizantina “si celano i romanzieri D’Annunzio e Serao”.

Nel numero del 1 luglio della Cronaca Bizantina appare la rubrica Preludi estivi che comprende una serie di cronache da alcune città toscane, Montecatini, Lucca, Pisa e Livorno. Da quest’ultima il Dottor Faust si sposta a Civitavecchia, da dove invia un lungo articolo in cui descrive la villeggiatura dell’aristocrazia e del generone romano in riva al Tirreno, che si divide fra il Pirgo e il Bruzzesi, alloggia all’Hotel delle Terme o nei villini costruiti in riva al mare, e passa la serata tracannando birra da Cesarino:

“Poscritto da Civitavecchia, 28 giugno.

Alle 7,37 sono a Civitavecchia e mi reco subito al Pirgo. Trovo la prima delle tre pagode rinnovata; trovo il sotto prefetto; trovo il console spagnuolo, don Antonio Maria Orfila e famiglia, in compagnia del marchese di Val d’Iglesias, suo suocero e direttore dell’Epoca di Madrid. L’altra figlia del marchese è una Santana, consolessa a Taganrog. Mi si dice che stanno lì lì per venire a Civitavecchia la bellissima marchesa Theodoli, la famiglia del marchese Berardi e quella della baronessa Lazzaroni alle rispettive ville rimpetto a’ bagni, dove si sta pure allestendo un villino il marchese Guglielmi. E verranno la Calabresi, la Flamini e il solito generone. Mi reco al grande albergo e stabilimento delle Terme Traiane, incontrando per via il marchese Calabrini. La mia vicina di camera è la marchesa De Thomar, ambasciatrice vaticana.

C’è qui Brugnoli, che sta miniando il salone da ballo delle Terme Taurine. Ecco il professore Tassi, medico emerito di Nicotera. Il duca di Ceri, che s’è recato con la duchessa, con don Filippo Orsini e con don Clemente Torlonia a Tunisi, da qui, a bordo del suo yacht Sea-King, ha lasciato i figliuoli alle Terme.

Ha telegrafato testé d’aver fatto rotta a Tunisi. Tornerà sollecitamente. Le serate si passano per ora passeggiando in piazza Vittorio Emanuele, al Circolo, che sta vicino alle Terme, e fuori la drogheria di Cesarino (Baldasseroni, forse Baldassarri? N.d.A.), trincando birra. L’inclita militar guarnigione specialmente, è tutta da Cesarino.

Hanno rinnovato anche lo stabilimento balneare Bruzzesi. Lo si vede, a sinistra del Pirgo, dalla terrazza delle Terme. A più tardi.

È mezzanotte: e sto dominando il mare, a, credo, 30 o 40 metri di distanza. Luccica; è un po’ mosso; le stelle splendono, ma lor fanno velo, a quando a quando, vapori nebulosi, come quelli che ieri a notte, all’istess’ora di questa, Jack la Bolina, Basilone ed io vedemmo passare attraverso gli specchi dell’anima della più seducente birraia alsaziano-lorenese di Livorno. Il vento soffia.

Scorgo, in mezzo all’ampia solitudine del mare, proprio là dove i raggi della luna proiettano miriadi di scintille onduleggianti, una barchetta. Ma le scintille vengono dileguando; la barchetta s’allontana nelle tenebre. Mare e vento rumoreggiano più forte, sempre più forte; i vapori nebulosi s’addensano, s’accumulano, s’incontrano; vogliono che Casamia abbia preannunziato tempesta.

Buona notte.

Dr. F. (Dott. Faust.)”

Dietro lo pseudonimo di Dottor Faust si cela Gabriele d’Annunzio? È molto probabile e a noi piace pensarlo. D’Annunzio in quel 1882 era già venuto a Civitavecchia il 1 maggio, lo ricorda Piero Chiara nella Vita di Gabriele D’Annunzio (1979):

“Il 2 maggio era in Sardegna. Aveva accompagnato a Civitavecchia gli amici Scarfoglio e Pascarella che s’imbarcavano per la Sardegna e, attirato improvvisamente da quel viaggio, si unì a loro. – Era un mare divino – scrisse a Lalla – verde, placidissimo (…) senza sapere nemmeno come, acconsentii a partire con loro, così, vestito com’ero, d’estate, con una bacchettina in mano e un fiore all’occhiello”. S

Ripartirono da Porto Torres il successivo 20 maggio diretti a Civitavecchia. Scarfoglio e D’Annunzio firmarono un articolo sulla Cronaca Bizantina in cui denunciavano le disumane condizioni di vita e lavoro dei minatori sardi.

ENRICO CIANCARINI

PS: Il Brugnoli “che sta miniando il salone da ballo delle Terme Taurine” è il pittore perugino Annibale (1943 – 1915) che si specializzò nella decorazione di grandi ambienti come la sala d’aspetto reale alla Stazione Termini e la volta del Teatro Lirico di Milano, anch’essi andati distrutti come quelli di Civitavecchia. Per una sua biografia si può consultare il Dizionario Biografico degli Italiani, volume 14 (1972), ad vocem.

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