“LE PROMESSE DELL’EQUINOZIO” DI CARLO ALBERTO FALZETTI – TRAMONTO E RESTAURAZIONE IN OCCIDENTE
di CARLO ALBERTO FALZETTI ♦
Tento di porre in evidenza, in modo diretto, la strategia ideologica che sembra essere alla base delle azioni russe come si evince dalle varie pubblicazioni in merito (in particolare “La Quarta Teoria Politica” di Alexander Dugin). Attraverso Internet è agevole rintracciare questo pensiero. L’ultimo articolo di Simonetta Bisi si apre con una frase molto indicativa di Dugin che può costituire anche nel nostro caso una perfetta introduzione a quanto si espone.
LA PREMESSA
Dobbiamo partire dal fatto che l’Occidente sia in crisi ( così come tracciato da tanta letteratura, Splenger, Jaspers, Heidegger,…..). Una civiltà è al tramonto quando la sua “energia simbolica” comincia ad esaurirsi . Quali sono i simboli forti dell’Occidente che vanno esaurendosi?
L’Umanesimo è stato il tratto caratteristico della lunga storia a partire dal mondo greco. L’Umanesimo integrale scaturito dal mondo greco, ebraico, romano, cristiano ha approdato nel grande sogno faustiano del dominio della scienza. La immensa rivoluzione della tecnologia ha mostrato il suo momento critico, per taluni irreversibile. Da qui il “tramonto dell’Occidente” sul quale argomento ci siamo già soffermati in precedenza.
Il simbolo chiave della civiltà dell’Occidente , l’umanesimo, risulta depotenziato da due differenti ed antitetiche teorie. Insomma, la crisi dell’Occidente è dovuta all’affermarsi di queste teorie tra loro inconciliabili.
TEORIA A : ANTIUMANESIMO. L’uomo è una specie fra le tante uscite fuori dopo millenni dal Big Bang (rifiuto completo di un uomo immagine di Dio, custode del creato)
L’antispecismo declassa l’uomo da protagonista a semplice “comprimario”. Esiste un peccato originale da collocarsi in epoca storica e non nelle nebbie di una età edenica. Il peccato è di aver popolato l’intero globo, assoggettando gli animali rendendoli schiavi, depredando foreste, sconvolgendo i fiumi, depredando i mari, costruendo una civiltà ingombrante zeppa di artefatti e, da ultimo, minacciando il clima e la stessa Terra con arnesi nucleari. L’uomo, animale non specializzato ha colmato questo difetto con “protesi” tecniche fino ad arrivare al punto di quasi non ritorno del dominio della tecnologia. Questo il peccato che ha da esser espiato con sacrifici alla Grande Madre Terra: decrescita felice, controllo nascite, de-globalizzazione, relativismo culturale, limiti allo sfruttamento degli animali e delle piante, sostenibilità generale. Ecologia, ambientalismo, ipotesi Gaia (l’uomo semplice ospite tra tanti).
SISTEMA B : POSTUMANESIMO. L’umanità non può avere una unica identità. Esistono “tribù” ognuna con le sue necessità e culture. Esiste una unica legge generale: “vietato vietare”.
La contaminazione delle culture è cosa buona e giusta. I desideri vanno rispettati. Ogni desiderio corrisponde ad un diritto: “desidero dunque sono”. Tutto deve poter esser elastico, fluido, veloce come i flussi finanziari che attraversano ogni parte del globo. Assenza di radici, contaminazioni culturali, stili di vita liberi, pensiero unico del politically correct, multiculturalismo, soggettivismo anonimo.
La tecnologia avanza e non può essere limitata, l’economia si incarna nel digitale e tutto diventa modernamente liquido. La globalizzazione è via di non ritorno.
La borghesia “cognitiva”, finanziarizzata e digitalizzata si allea con gli esponenti del popolo delle rivendicazioni dei diritti a tutti i costi.
LA RESTAURAZIONE
Di fronte al tramonto dell’Occidente dovuto alle due teorie sarebbe plausibile pensare ad una alternativa: cioè, l’affermarsi di una civiltà diversa. Ma il dominio della tecnica attraverso la globalizzazione ha creato un immensa contaminazione: tutto il globo è reso omogeneo dal modello consumista. L’alternativa non è una civiltà nuova diversa dalla nostra, non è il ritorno ad un passato umanistico. E’ un semplice riflesso del modo di essere occidentale solo gestito da altre menti: un semplice spostamento del baricentro geografico. La razionalità non è più quella dell’homo rationalis aristotelico ma, asseriscono i critici, semplice “razionalità funzionale” alla produzione ed al consumo. La globalizzazione, in altri termini, ha addomesticato quella civiltà che avrebbe dovuto prendere il posto dell’Occidente!
La crisi dell’Occidente (cioè, l’essere vittima delle sue stesse creazioni faustiane) è, dunque, crisi globale, planetaria. Non crisi dell’Occidente ma crisi del “modo occidentale” che contamina il globo.
Contro tutto questo si può agire in due modi.
Il primo modo è quello inerziale di accettare l’ordine “consumistico” del mondo limitando, ove possibile, danni ed ipertensioni nella speranza che il baricentro si sposti con lentezza attraverso una democratizzazione più diffusa anche nel lato orientale del mondo.
Oppure?
Oppure avviando un netto ritorno al passato cancellando o attenuando fortemente le due teorie dell’Occidente considerandole vere patologie da curare con una drastica RESTAURAZIONE. Questo è il modo di agire delle due Chiese, Cattolica ed Ortodossa.
La RESTAURAZIONE proviene dalla Chiesa Cattolica attraverso vari interventi pontifici che qui rimandiamo ad altro momento. Questi interventi si pongono quali moniti invocati contro il relativismo (il dramma di ragionare etsi Deus non daretur) e non hanno altra arma che la semplice parola seppur autorevole
La RESTAURAZIONE proviene dalla Chiesa , dalla Intellighenzia e dal potere politico della Russia e può essere classificata come “Quarta Teoria”. Su questa restaurazione ci soffermiamo dal momento che le “armi” in suo possesso non consistono solo nella parola. Recita questa teoria quanto segue.
- La L’Occidente ha tradito le radici spirituali dell’Umanesimo divenendo laico attraverso il liberalismo dopo aver sperimentato i fallimenti del fascismo e del socialismo (le tre Teorie da superare). L’Occidente è il dominio della “modernità” ovvero: del popolo come gregge a servizio del consumismo, del denaro, del capitale, della plutocrazia, della tracotanza, dei “mercanti del Tempio”, dell’aggressione al cielo, dell’omologazione culturale e linguistica, della scomparsa delle tradizioni, dell’universalismo mercificatorio, della corruzione, della unificazione digitale. Il modo con cui l’Occidente impone la modernità è la tracotanza spietata e ciò pone l’Occidente come un sistema “falsamente democratico”. Nella sostanza ha un anima anti-democratica.
- La prognosi. Necessita il ritorno al tradizionalismo, ovvero al fatto che esista una sapienza perenne sempre valida che deve essere usata come scudo contro il modernismo caotico occidentale.
- La terapia. La strategia per curare la patologia occidentale è quella di creare un POLO EUROASIATICO. Una unione di patrie di popoli con lingue e tradizioni diverse tenute assieme da una UNITA’ ”imperiale” ovvero, la Grande Madre Russia capace di un bolscevismo depurato dal comunismo(sic!) che difenda il tradizionalismo , le singole radici culturali, spirituali contro l’omologazione drammatica della anonima globalizzazione americana ed europea.
IL GIUDIZIO FINALE SULLA QUARTA TEORIA
Molti i lettori che potranno condividere il punto 1).
Meno numerosi quelli che condivideranno il punto 2). I riferimenti culturali sono l’ Heidegger del “destino dell’Occidente” e del dasein, Julius Evola, il Renè Guènon del Regno delle Quantità, Mircea Eliade, il Gramsci del Principe e dell’egemonia degli intellettuali (naturalmente bestia nera è il Popper di Open Society).
Per il punto 3) suppongo che la “terapia Mariupol” non rientri nel gradimento generale dei lettori.
. . .
Come d’uso, il tutto in onore di Alexander Dugin.
CARLO ALBERTO FALZETTI
Carlo Alberto magister ludi
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Se a Kastalìa!
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Caro Carlo, grazie per gli spunti profondi e complessi che ci offri. Tento qui di formulare qualche riflessione necessariamente solo abbozzata e imperfetta più per ricevere piuttosto che dare un contributo al tuo articolo.
Il concetto di Occidente nasce con la civiltà greca. La guerra di Troia ne fu il primo, simbolico momento. I suoi miti fondanti sono Prometeo e Adamo, intesi come primi esempi di ribellione all”Essere: la colpa dell’uomo occidentale sta soprattutto nella progressiva liberazione dall’Essere e nel tentativo di dominio dell’ente sul tutto, attraverso la tecnica e i suoi prodotti. Questa inversione del rapporto metafisico tra essere ed ente, caratteristica filosofica della storia dell’Occidente, secondo Jaspers e Heidegger annuncia il nichilismo, a sua volta dato come fondamento filosofico del tramonto dell’Occidente.
Continuando a semplificare pericolosamente: l’Oriente, a differenza dell’Occidente, non ha nella sua originaria identità storico-metafisica, il concetto di contrapposizione, di sfida all’Essere presupposto della liberazione da esso, in nome di un soggettivismo che da Platone a Cartesio arriva ai nostri giorni. Mi domando: l’Oriente, nonostante ciò, subisce una sostanziale omologazione con il modello occidentale (trionfo della tecnica, della produzione, del consumo), omologazione certamente condita, come hai sostenuto giustamente, con elementi di restaurazione, sulla base di valori e ideali vecchi, o rappresenta oggi un modello alternativo all’Occidente? Da ciò deriva, a mio parere la risposta politica al concetto di “tramonto dell’Occidente”. Io sarei più propenso alla prima ipotesi e quindi alla assenza di un modello alternativo all’Occidente in declino, ma non so se è una bella notizia.
Enrico
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Enrico, ti ringrazio delle tue osservazioni. Hai ragione che l’alternativa ormai non esiste. L’avevano pensata i maestri nel primo novecento.
Oggi “tutto il mondo è paese”. Se l’Occidente declina è solo perchè il baricentro si sposta. La via occidentale non ha alternative.
Le restaurazioni sono utopie. Ricordi quando si diceva che desiderare un paradiso in terra conduce al peggiore degli inferni.
Correggere le distonie, le esagerazioni,la brama consumistica è la sola via d’uscita.
La società aperta può essere malata ma la terapia d’urto risulta peggiore del male che si vuol guarire.
Auguri di una serena pasqua. A presto.
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