PARLIAMO ANCORA DI NOI – RIFLESSIONI SUL BLOG

di VALENTINA DI GENNARO

Alcuni prima di me hanno provato a dare una forma organica, scrivendone, alle idee e alle riflessioni che si sono palesate durante la riunione di domenica scorsa. 

Sono da poco entrata a far parte di questa “redazione diffusa” nella città i cui componenti sono presenti in molte realtà: molte, differenti e articolate. 

Storie personali e familiari, ma soprattutto storie politiche e di impegno civile, che si intrecciano in questa redazione diffusa.
Ho annotato diversi punti che vado brevemente a snocciolare. 
Mi soffermo poco sulla forma associazione, credo che sia una proposta agevole ed efficiente, qualora avessimo bisogno di un contenitore giuridicamente riconosciuto nella gestione del blog. 
Ho ascoltato Fabrizio Barbaranelli porre l’accento sul denominatore comune, sul filo rosso di questa pagina che la fa così interessante ed aperta che è il confronto. 
In questo devo dire che, infatti, mi sono sentita accolta, con questa mia penna acerba che prova raccontare quello che conosce, la grande tradizione orale femminile delle nostre case. Ma che non smette di interrogarsi , mettendo il naso e anche le mani, in linguistiche inesplorate, pedagogie dimenticate, sociologie nuove, fatte di nuovi corpi e nuovi nomi. 
Per questo penso che fare divulgazione culturale in questo presente non può assolutamente prescindere dalla comunicazione digitale.
Lo dico con una provocazione, ciò che ci sembrava innovativo, una forma innovativa, come quella della pagina blog, cinque anni fa, ora non lo è più. 
Il modo in cui si arriva ai siti internet, qualsiasi essi siano, dai blog personali alle pagine online dei quotidiani, passa inesorabilmente per le piattaforme social. 
Se prima, la piattaforma social era il modo per condividere ciò che succedeva altrove, cioè sulla pagina al quale si era rimandati, ora il centro è la piattaforma social stessa.
Ecco perchè mi pare più consono, se gli obiettivi sono quelli di una maggiore condivisione e di una maggiore attenzione, usare la pagina facebook come momento principale di scambio di commenti. 
Ma ancora di più. 
Se la necessità è quella anche di un maggiore coinvolgimento dei giovani, lo strumento dovrebbe essere a loro più congeniale (a loro, perché ormai giovane giovane non sono più nemmeno io! come sarà successo?).
Connettere più canali social insieme, un account instagram, per esempio, darebbe la possibilità concreta di arrivare ad un target di pubblico diverso. 
Fin qui ciò che attiene alla forma. 
Sui contenuti, l’intervento di Carlo Alberto Falzetti, ha sollevati temi veri e tremendamente impattanti su questo territorio, e ha fatto esplicito riferimento ad una politica latitante.
 E a come davanti ad una politica latitante, sia il civismo a supplire a questa mancanza.
Non sarei onesta con me stessa se non mettessi una punta di nostalgia in queste poche righe, vorrei tornare ad essere ancora, e di nuovo, una donna di partito. 
I partiti, sempre meno allettanti in verità, non hanno trovato certo, però, un sostituto migliore ( ve lo avevo detto che non sono giovane più nemmeno io!).
Però ho imparato da orfana di partito, che movimenti culturali municipalisti, locali, con le gambe ben ferme nella tradizione, capaci di tutelare e proteggere un territorio, passando ovviamente per il suo tessuto culturale, mi hanno sempre affascinato. 
Di più. Mi convincono. 
Un piccolo richiamo a Piero Alessi, dal pericolo di cenacolo intellettuale ci si salva con la capacità che ognuno di noi avrà di farci contaminare da nuovi e interessanti dibattiti e stimolanti riflessioni, anche sul piano pratico. 
Nessuna ritrosia nell’avventura di una nuova, per alcuni, comunicazione digitale.
VALENTINA DI GENNARO