I treni arriveranno in orario!

di PIERO ALESSI

(Il testo che segue è stato scritto giovedì 11-Febbraio 2021, prima che Draghi salisse al Colle con la lista dei Ministri. -N.d.R.-)

Premesso che la verità, anche nella circostanza che viviamo, è che non c’è alcuna verità. Governo tecnico, politico o tecnico-politico? La mia personalissima risposta è che sarà semplicemente un Governo, che alle volte assumerà scelte che avranno un orientamento e altre volte avranno un altro orientamento nello sforzo, non facile, di tenere l’insieme in equilibrio. Ciò che certamente non si avrà è una specificità. Dal tavolo saranno spazzati via gli argomenti “divisivi” e talvolta purtroppo anche quelli identitari. Riguardo alla struttura e alla composizione del nuovo Governo questa sarà sostanzialmente uguale a quello precedente salvo per una differenza non da poco: l’ingresso di Forza Italia e della Lega di Salvini. Direi che la novità non mi pare degna, per quanto mi riguarda, di essere festeggiata e non trovo motivi per ringraziare nessuno di coloro che dicono di essersi spesi per questo risultato. Al contrario sarà bene avere tutti buona memoria. La storia, comunque, si incaricherà di attribuire a ciascuno, senza pietosa indulgenza, meriti, demeriti, e specifiche responsabilità.

Io ringrazio coloro che mi hanno spinto, con le loro decisioni, verso la realpolitik, a guardare il mondo per ciò che è e mi hanno costretto con la forza degli argomenti a tenere a freno i canguri che ancora oggi mi saltano nelle viscere. A costoro dico che sono consapevole dei rischi che avrebbe affrontato il Paese ad affrontare delle eventuali elezioni. Rischi conseguenti alla pandemia? Rischi che sarebbero derivati da una eventuale campagna elettorale che avrebbe distolto dai drammatici problemi legati all’economia?   Nessuna di queste mi è parsa, al di là delle preoccupazioni espresse autorevolmente dal Capo dello Stato, una ragione sufficiente ad avermi indotto verso la moderazione. Sono viziato dalla ideologia e sono di parte, vittima di una passione che spero mi tenga compagnia per gli anni che mi rimangono. Le vere motivazioni, che mi hanno costretto a subire qualcosa che non capisco fino in fondo, risiedono nel rischio di consegnare il Paese, in base ai sondaggi, a una destra forcaiola, xenofoba che diffusamente intrattiene rapporti da sempre opachi e grigi con il mondo degli affari e della finanza più disinvolta. Vi sono poi altre due motivazioni che non mi lasciano indifferente: la prossima elezione del Presidente della Repubblica e la voglia di non disperdere il lavoro di tessitura svolto in questi anni per creare le condizioni per una alleanza più ampia, nel territorio di valori ed orizzonti frequentato dal centro-sinistra.

Ciò nella piena consapevolezza che il centro-sinistra al momento, e spero per un periodo breve, ha distolto lo sguardo dal “sole dell’avvenire” e dall’orizzonte per guardare la punta delle proprie scarpe. Alle volte la storia obbliga a farlo, altrimenti rischi di cadere e farti male. Bando però alla retorica: non vedo un processo di cambiamenti epocali. 

Detto questo, per rimanere al contesto, la ragione non può impedirmi di esprimere un determinato punto di vista, che il sentimento mi suggerisce.

Draghi è una grande personalità? Certo che sì e non starò anche io ad esaltarne le competenze. Al tempo stesso non credo affatto che un uomo da solo, per quanto abile e ricco di saperi, possa dare in poco tempo una sterzata. Inoltre, non è affatto chiara la direzione di marcia e quale sarebbe la sterzata. Gli argomenti agitati come clave per demolire l’azione del Governo precedente, a guida Conte, sono stati diversi ma tre di questi mi sono parsi i più utilizzati: il MES che, si è detto, non si è voluto attivare, la lotta alla pandemia giudicata priva di coordinamento e risultati apprezzabili quando non affrontata in modo contraddittorio e il Recovery Plan considerato del tutto inadeguato.  Del MES non si parla più e presto l’italiano medio penserà si sia trattato di una sconosciuta marca di sigarette. Di come il nostro Paese abbia affrontato la crisi pandemica sono pervenuti riconoscimenti a livello internazionale e persino dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, per quanto poi riguarda la discussa campagna vaccinale la Commissione Europea ha dichiarato, proprio in questi giorni, che l’Italia si è distinta per l’efficacia e l’efficienza della sua azione.  Per venire al Recovery era in avanzato stato di discussione e anche di correzione una bozza che, proprio perché tale, era evidentemente carente, imprecisa e non esaustiva. Non dubito che il nuovo Governo la riprenda e la migliori. Lo avrebbe fatto anche il precedente. Ma, per non fare offesa all’intelligenza di nessuno, non si dica, eppure si è detto, che questo poteva essere scritto in tre giorni.  Sarà una sfida complicata, ma non sarà, come forse qualcuno più fantasioso immagina, il frutto di una mente superiore, dotata di particolari conoscenze o di una particolare disciplina gesuitica. I nostri Ministeri ritengo abbiano ciascuno, nei propri cassetti, progetti per l’ambiente, l’innovazione, la sanità, la scuola, le infrastrutture e via dicendo. Quella sarà la base, già definita, della discussione.

Per terminare giungo alle conclusioni (in ultima analisi avrei potuto scrivere solo queste):  ritengo che il precedente Governo Conte ( non era perfetto ma non lo sarà neppure il Governo Draghi) poteva continuare, con mia personale soddisfazione,  a guidare il Paese; che averlo fatto cadere abbia corrisposto  solo a disegni politici che nulla hanno avuto a che fare con gli interessi delle persone; che il nuovo Governo farà fatica a conciliare esigenze diverse o semplicemente non le affronterà e che, nella migliore delle ipotesi,  continuerà nell’azione già avviata da chi lo ha preceduto. 

Alle forze di centro- sinistra il compito e la missione di vigilare affinché la destra non solo non imponga nessuna delle sue ricette ma non debba arrecare danno, con la sua sola presenza, ad un popolo già duramente provato.

Comunque, una prima sicura nota positiva del nuovo Governo di “quasitutti” (che subisco per le ragioni sopra esposte) è che (finalmente!) i treni arriveranno in orario!

PIERO ALESSI