GIOVANNI BRAMUCCI

di STEFANO CERVARELLI

Giovanni Bramucci ci ha lasciato all’età di 73 anni. Con la sua scomparsa si “sfalda” un altro pezzo di quel magnifico edificio che sulla facciata, oramai logora, porta la scritta SPORT CIVITAVECCHIESE.

Di lui, delle sue imprese i civitavecchiesi, gli sportivi, in particolar modo gli amanti di ciclismo, sanno tutto, per cui ho ritenuto fare omaggio al campione che ci ha lasciato ricordando alle nuove generazioni di sportivi la sua bellissima impresa ai Mondiali in linea, categoria dilettanti, svoltasi nel settembre del 1967 a Heeren nei Paesi Bassi.

Giovanni concluse la gara di 198,800 Km, piazzandosi all’undicesimo posto, dopo averci fatto sognare quella che sarebbe stata una vittoria più che prestigiosa ed incredibile per lui esordiente in maglia azzurra.

Di quell’impresa traccerò una breve cronaca, facendola poi seguire da un mio articolo che scrissi allora nell’immediatezza della gara.

Giovanni, allora ventunenne, si presentò alla selezione per il mondiale vincendo il giro delle Valli Piemontesi e arrivando secondo in una successiva gara.

L’allora Commissario Tecnico Rimedio rimase piacevolmente impressionato delle doti del nostro atleta, in particolar modo per la classe e la tenacia mostrata; da qui l’inserimento nella squadra per il mondiale di Heeren.

La gara si svolse il 3 Settembre 1967. Già nei primi giri si capì subito che Bramucci aveva, come si dice in gergo “la gamba”, infatti si trovava sempre nelle prime posizioni del gruppo.

La sua forza dirompente, sostenuta da un’ottima forma e la voglia di mettersi in mostra, fecero sì che alla fine del quinto giro Giovanni dette il via a una fuga che poi risultò essere decisiva in quanto, insieme ad altri dodici atleti, creò la selezione.

Il nostro concittadino era tra i più attivi, fin quando al quattordicesimo giro, la fuga di un altro forte italiano Conti lo costringe a rallentare il ritmo rimanendo nel gruppo dei fuggitivi, con lo scopo di proteggere il tentativo del suo Capitano. All’ultimo giro i fuggitivi vengono raggiunti ed allora Bramucci tenta l’ultima carta: va in fuga, a 2 km dal traguardo, trascinandosi dietro anche Conti che nel frattempo era stato ripreso anche lui. Quest’ultimo però, esaurite le energie per lo sforzo precedente, non riusciva a dare la necessaria collaborazione al civitavecchiese che vedeva così fallire la sua ultima chance. Infatti, essendo Giovanni un passista-scalatore, non potette competere allo sprint con corridori che lo stesso Rimedio aveva indicato come i migliori velocisti al mondo. Finì undicesimo, un risultato se non altro onorevole per un esordiente al mondiale. A noi rimase la delusione, dopo aver accarezzato per lungo tempo l’idea di vedere Giovanni Bramucci con la maglia iridiata.

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Ai Campionati Mondiali di Ciclismo

Breve.. Speranza

Quando le immagini televisive del Campionato Mondiale hanno iniziato a entrare nelle nostre case l’attenzione degli sportivi locali, pur giustamente distribuita tra tutti gli azzurri, si è polarizzata su un corridore: il più giovane della squadra italiana, un esordiente ai campionati mondiali, Giovanni Bramucci di Civitavecchia.

L’attesa, l’attenzione, sebbene ognuno avesse fatto un pensierino per la vittoria finale, non è andata delusa, anzi a momenti la speranza sembrò potersi trasformare in una bellissima realtà.

Al nostro giovane concittadino non si possono che tessere elogi per la generosa prova e per la magnifica corsa disputata. Nel ruolo, non certo facile di esordiente nel campionato mondiale, Bramucci ha dimostrato grandi doti, manifestando freddezza, classe, intelligenza tattica; doti molto qualitative per un corridore ed una potenza atletica non inferiore a quella di più affermati e noti dilettanti di tutto il mondo.

Al corridore civitavecchiese inoltre va il merito di essere stato iniziatore della fuga decisiva – al quinto giro -quella che poi ha consentito la selezione e per un esordiente, stare undici giri in fuga per i più forti dilettanti del mondo, dopo essere stato il principale animatore della corsa, non è davvero cosa di poco conto.

Sinceramente non credevamo che Bramucci potesse realizzare una simile prova. Non per mancanza di fiducia nei suoi mezzi che sono enormi ma perché la stagione, iniziata in ritardo, non aveva creato per via del servizio militare, le premesse migliori per un Bramucci così brillante.

L’atleta, che difende i colori della A.S. ROMA ha impressionato tutti i critici presenti, tanto da farlo considerare, insieme a Conti, il migliore degli italiani.

Il momento più bello per Bramucci, per gli italiani ed in modo particolare per i civitavecchiesi, è stato certamente quando lo stesso Bramucci e Conti hanno tentato la fuga a soli due chilometri dal traguardo; purtroppo si è trattata di una aspirazione troppo bella per essere realizzata.

Ma anche senza il successo pieno che sarebbe giunto tanto gradito quanto inatteso, l’atleta civitavecchiese merita ogni elogio da qualsiasi punto di vista si voglia esaminare la sua corsa.

Ringraziando Giovanni Bramucci per il valido contributo allo sport civitavecchiese avviato, come non mai, verso risultati sempre più prestigiosi, desideriamo esprimergli l’augurio di poterlo presto annoverare tra i più prestigiosi campioni del ciclismo italiano.

Articolo apparso sulla rivista mensile Civitavecchia Nuova nel settembre 1967. 

                                                                                                                                                            STEFANO CERVARELLI