Genova per noi ( ovvero il disastro della vittoria dell’antistato)

di ROBERTO FIORENTINI 

Prima invia a decine di giornalisti il link ad un articolo de Il Fatto quotidiano, che, all’inizio dei funerali per il disastro di Genova, riporta «i fischi ai parlamentari del Pd, mentre per il governo applausi prolungati». Poi, mentre le esequie di Stato sono in pieno svolgimento, come dimostrato dall’orario di invio della maxi chat su Whatsapp, il portavoce di Palazzo Chigi sfida la stampa: «Sono curioso di leggere i giornali domani». Il messaggio inviato da Rocco Casalino, fedelissimo M5S, è l’ultimo di una lunga serie a scatenare polemiche. Così scrive Claudio Bozza su Il Corriere della Sera di qualche giorno fa.

In questo articolo non ho intenzione di parlare del disastro del viadotto crollato. La reazione ad un dramma del genere non può essere che di incredulità, dolore e rabbia. Cercherò, invece, di condividere una riflessione sulla reazione popolare a questo evento. Cominciamo subito col dire che la copertura mediatica, sia giornalistica che della tv, per tacere poi dell’esplosione dei social network, è stata davvero fortissima, forse persino maggiore di quella seguita ad altri disastri persino più gravi, sia in termine di danni che di perdita di vite umane. La risposta della gente, però, non è stata affatto spontanea, come qualcuno potrebbe pensare. E’ ormai risaputo che il Movimento Cinque Stelle e la Lega hanno strutture professionali abilissime ad indirizzare gli umori del web, un tempo pagate coi propri soldi ed oggi persino inserite in uffici di Stato, ai massimi livelli. Pentastellati e leghisti sono al lavoro con due potenti macchine: l’ormai nota Casaleggio e Associati, cuore del partito-agenzia di comunicazione grillino – da tempo al lavoro sul concetto che il Parlamento potrebbe tranquillamente esser sostituito dal web -, e “La Bestia” di Matteo Salvini. Con questo nome è noto tra gli addetti ai lavori il sistema creato – come rivelato a Rolling Stone da Alessandro Orlowski, ex hacker e digital spin doctor – dal team di Sistema Intranet di Mantova di Luca Morisi, di fatto capo della comunicazione del ministro dell’Interno. Poi c’è la galassia dei produttori di fake news, ufficialmente non classificabili, ma che, secondo molti, perseguono obiettivi utili al Movimento cinque stelle. L’ultima, terribile, bufala diffusa sui social è la falsa lettera del padre di una delle vittime di Genova, l’infermiera siciliana Marta Danisi. Falsissima perché il padre della ragazza è morto da diversi anni. Falsissima perché, come spiega “Web svelato”, il testo è una versione modificata di un’altra vecchia bufala: la lettera di un padre alla figlia assassinata al Bataclan. Eppure centinaia di migliaia di persone ci sono cascate.

E però, indipendentemente dagli effetti della propaganda, ai Funerali di Stato di Genova, mentre la “ ggente “ applaudiva e e si faceva “ selfie “ con i Ministri, contemporaneamente fischiava ed insultava i dirigenti del PD. E per chi è di sinistra è impossibile ed incredibilmente sbagliato sottovalutare questo fatto, o, peggio, provare a ridimensionarlo. La reazione popolare seguita al crollo del Viadotto Morandi ha avuto un grande comune denominatore: una diffusa e generalizzata rabbia rivolta contro lo Stato e contro l’establishment, comprendendo con esso la dirigenza della Società Autostrade, gli enti preposti ai controlli, persino gli ingegneri strutturisti, considerati sospetti di connivenza con i corrotti perché troppo cauti nell’analizzare i motivi del disastro, ad oggi ancora misteriosi. Il popolo del web, invece, sa benissimo di chi è la colpa. La colpa è di quelli, quelli che comandano, dei ricchi, dei potenti. Chi si fa domande, chi prova a capire, è considerato complice o al soldo dei colpevoli, come i giornalisti, gli ingegneri e chiunque rifiuti il ruggito della mandria inferocita, che travolge nella sua carica cieca tutto ciò che trova. Salvini, Di Maio, Toninelli, invece, li applaude. Perché costoro, nonostante siano Ministri del Governo in carica ( e pertanto, oggettivamente, i responsabili di ciò che accade ) sono percepiti come anti-stato, anche perché come tali si comportano e soprattutto dichiarano. Mai e poi mai si è assistito ad una tale, completa e assoluta, irresponsabilità da parte di membri del Governo, che twittano e postano ciò che la ggente vuole sentire ( e che viene scientificamente testato ed analizzato da decine di esperti pagati dalle nostre tasse ), senza minimamente tener conto del ruolo istituzionale dei titolari degli account social. Aggiungo un altro dato piuttosto interessante. Il numero delle vittime è purtroppo salito a 45, ma i solenni funerali di Stato, alla presenza del Presidente Mattarella e del Cardinale Bagnasco, hanno riguardato solamente 19 di esse. Gli altri hanno optato per esequie private, motivando il rifiuto con grande durezza nei confronti dello Stato, dei Politici e delle istituzioni in genere. Salvini, cui vengono richiesti selfie persino ai funerali, e Di Maio, per ora, si salvano da questa condanna generalizzata che degenera spesso nell’insulto e nel disprezzo. Ancora oggi, nonostante il loro ruolo, vengono considerati come anti- politica, anti-casta, anti-stato. Ma non credo che la luna di miele tra gli incazzati di tutto e il “Governo del Cambiamento” durerà tanto a lungo. Indipendentemente da ciò, è chiaro che la probabile fine del consenso nei confronti dei giallo-verdi non significherà affatto una automatica “ riabilitazione “ del PD e del centro-sinistra. Credo che sia questo il punto su cui si dovrebbe lavorare: capire perché la gente, anche grazie alla scientifica propaganda del web, consideri il PD e i Governi precedenti responsabili di ogni male e come fare a ristabilire la verità dei fatti ( al netto dei molti errori commessi) per ricostruire credibilità e consenso.

ROBERTO FIORENTINI