IL CODICE 5 STELLE
di MARCO PIENDIBENE ♦
Ormai possiamo affermare di averli decodificati… I loro comportamenti seguono regole non scritte che tuttavia si ripetono in circostanze assimilabili. Parliamo dei nostri amministratori cittadini che rappresentano l’evoluzione, per molti l’involuzione, del primitivo spirito del Movimento 5 Stelle.
Proviamo ad elencare alcuni degli elementi distintivi della creatura nata dalle nozze Grillo/Casaleggio:
– ostilità alla politica in quanto quintessenza della mediazione;
– rifiuto di ogni modello di organizzazione ed in particolare della forma partito politico;
– rifiuto di ogni tipo di alleanza nell’affermazione della propria totale diversità;
– propensione a forme elementari di democrazia diretta e, di contro, avversione verso ogni forma di rappresentanza istituzionale (che non sia la loro);
– persuasione che esistono sempre soluzioni “semplici” per problemi complessi;
– inclinazione alla leadership carismatica e all’accettazione supina delle regole imposte dal leader;
– discrimine tra il movimento e il resto del mondo su base etica. Gli onesti compongono l’universo 5 stelle mentre i corrotti militano o votano per gli altri partiti;
– nella vita amministrativa non importa ciò che si fa ma come si fa;
– il passato deve essere cancellato.
La prima impressione che si trae da questo breve elenco è che si tratti del codice genetico di un movimento populista che nella sua vocazione contiene molti elementi tipici della protesta e della contrapposizione. Molto poche sono invece le caratteristiche funzionali ed adeguate al governo di un qualsiasi livello istituzionale.
Alla prova dei fatti, dunque, alcuni di questi fondamenti risultano incompatibili con il governo di una città specialmente se nel programma elettorale hai prospettato soluzioni “semplici” che poi non riesci ad attuare. Oppure quando ti dimostri poco propenso ad esercitare le forme di democrazia diretta anche nei casi in cui questo era previsto dallo stesso programma.
Perciò l’amministratore a 5 stelle si evolve dal movimento perché ha capito che quel “…votate con rabbia!!!…” gridato nei comizi da Grillo alla vigilia di ogni voto, è una carta che si è già giocato. Dopo aver malgovernato per 5 anni quella rabbia rischia di ritorcersi contro chi ha promesso e non ha mantenuto.
E allora cerchiamo di schematizzare i comportamenti e le risposte stereotipate del cinquestellechegoverna. Risposte che abbiamo ascoltato ormai decine di volte, da voci diverse ma identiche nella sostanza.
Ecco, dunque, la nostra sintesi ironica che potrà suscitare polemiche o rubare un sorriso a seconda dei differenti punti di vista:
1) c’è un problema di qualsiasi natura = …è colpa delle amministrazioni precedenti;
2) c’è una perdita d’acqua o una buca da riparare = …non ci sono soldi;
3) l’Ater, l’Autorità Portuale, la Asl, le ferrovie o qualsiasi altro ente realizza un opera o raggiunge un risultato positivo = …grazie all’azione sinergica con l’amministrazione pentastellata;
4) si chiude un cantiere iniziato dalle amministrazioni precedenti ma concluso da loro con anni di ritardo sul cronoprogramma = …grande successo per aver raddrizzato un iter sbagliato che ha fatto perdere tempo prezioso alla città;
5) si aumentano le tasse al massimo consentito = …dobbiamo abituare la città a liberarsi dalla schiavitù dei soldi Enel;
6) si prendono i soldi dall’Enel = …sono soldi dovuti in virtù delle vecchie convenzioni;
7) si prendono i soldi da Enel e da Autorità portuale anche se era esplicitamente negato nel programma elettorale = …il programma elettorale va interpretato;
8) con le tasse al massimo, i soldi dall’Enel e dall’AP perché non si rifanno le strade? = …vedi punto 2;
9) perché l’acqua non è mai mancata come in quest’ultimi due anni? = …perché ci sono i sabotatori, quelli che vanno a manomettere le valvole e comunque vedi punto 1;
10) perché il sindaco non riceve la gente? = …parlare con la gente che vuole incontrare il sindaco non serve perché tanto vengono tutti a chiedere un lavoro o la casa;
11) perché in città non si trova lavoro? = …la colpa è del governo, della regione e di tutti gli enti governati dal PD;
12) la stampa critica le scelte dell’Amministrazione Comunale = …i giornali sono in mano ai poteri forti e noi diamo fastidio ai poteri forti;
13) l’Amministrazione è andata col cappello in mano dai poteri forti a bussare a denari = …falso, l’amministrazione sa imporsi ai poteri forti che sono costretti a rispettare le regole;
14) perché in questi due anni e mezzo non è cambiato nulla dal punto di vista ambientale e abbiamo anche rinunciato all’osservatorio? = non abbiamo appigli contro i poteri forti e l’osservatorio era una cellula dormiente del PD;
15) non ci sono tutele per le imprese locali durante l’assegnazione dei lavori delle grandi commesse = …vedi punto 13;
16) l’offerta culturale non è mai stata così carente = …falso, siamo stati i primi a ospitare un concerto evento in favore dei terremotati con 20 mila presenze in piazza. Nessuno ci aveva mai pensato prima;
17) il teatro Traiano non è più diretto dal Comune e svolge ormai un ruolo di secondo piano nella provincia = …su questo tema risponde l’ATCL;
18) l’Amministrazione è arrivata agli sgoccioli perché la maggioranza è spaccata = …falso, le differenze di vedute arricchiscono il movimento;
19) su alcune questioni importanti si sono ascoltati pareri discordanti in seno alla maggioranza 5 stelle = …le questioni si affrontano nelle sedi idonee, chi esprime idee in contrasto con la maggioranza è fuori dal movimento;
20) la maggioranza ha votato per l’uscita dall’area metropolitana però ha candidato un consigliere di Civitavecchia nel Consiglio Metropolitano = …quando abbiamo votato contro c’era Marino ma adesso c’è Virginia…
MARCO PIENDIBENE
Caro Marco, se permetti, copio e incollo qualcosa che mi interessa e che sostengo da tempo. Grazie
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L’ho letto 2 volte e ancora non riesco a smettere di ridere.
Articolo fantastico 🙂
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Ora il Signor Piendibene ci dovrebbe sintetizzare con altrettanta chiarezza il codice delle amministrazioni targate PD.Grazie.
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E perché?
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Perfetto, puntuale, esplicito, dettagliato, purtroppo tutto vero!
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Avevo in mente un articolo dal titolo “Tutta colpa di Numa Pompilio” per riflettere sulla classica strategia di autoassoluzione (è sempre colpa di chi c’era prima) che figura al punto (1) di Marco. Preciso che mi occupo di Numa Pompilio – vale per Roma e per qualunque località a guida populista – perché Romolo non si sa nemmeno se sia esistito. In ogni caso grazie a Marco posso risparmiarmi la fatica.
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Ogni manifestazione, o quasi, della politica, in questo paese, è caratterizzata dalla contrapposizione e dall’ossessionante impegno nel dimostrare la propria superiorità o l’altrui inferiorità. Anni fa assistetti a due comizi, uno di seguito all’altro, a distanza di un giorno. Grillo spaccava i computer sul palcoscenico dei teatri e si occupava di attaccare la follia dell’acqua del nord portata al sud e quella del sud portata al nord. In entrambe i comizi i due avversari si davano del ladro a vicenda e, qualsiasi cosa fosse stata realizzata nel periodo era merito proprio nonostante il demerito dell’altro che ne ha ostacolato la realizzazione. La politica è ancora la stessa, sempre uguale da anni, e l’autocritica ancora non è di moda. Il disorientamento della gente è totale, ma la politica non se ne accorge, continua a parlare fra se e se. Sbandierando o sottacendo, secondo la bisogna. Chiedete a qualche persona normale, che non sia tifoso di questo o quello, di quelli che sentono il telegiornale delle otto o poco più, se ha capito qualcosa al riguardo dell’economia se va bene o se va male. Probabilmente risponderà che non sa che pensare, un giorno va bene e il giorno dopo pare che invece no, in una continua contraddizione notiziari e commenti sfornano informazioni e dati, ma nessuno di questi si dimostra “affidabile” poichè sarà contraddetto da li a poche ore. Insomma, di questa politica che si parla addosso non c’è bisogno, ma bensì c’è bisogno di pensare e sperare in una via nuova, come dice Roberto Fiorentini, ma veramente nuova.
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Persone nuove e finora lontane dalle amministrazioni, che per prima cosa imparano il politichese. Parole vuote, zero contenuti. La domanda è: esiste ancora una speranza?
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Un articolo ben fatto che , tra il serio e il faceto, analizza pienamente le evidenti contraddizioni soprattutto di natura ideologica e politica che il movimento Grillino sta vivendo non solo a Civitavecchia ma in tutta Italia o perlomeno nei comuni amministrati. Come tutti i movimenti populisti che alimentano il proprio consenso cavalcando i momenti di disagio dovuti a crisi economiche e sociali, anche questo sta pagando la propria incapacità ad identificarsi in un contesto di governo anziché di mera opposizione. I risultati amministrativi , spesso carenti e in certi casi del tutto insignificanti, invece di essere interpretati come un campanello d’allarme dalla stessa base che li sostiene sono, paradossalmente e in maniera semplicistica , addebitati alle precedenti amministrazioni, di qualsiasi colore siano. Di fatto avvallando posizioni oltranziste di chi cavalca , ancora oggi, l’onda dell’antipolitica a prescindere oppure chi, furbescamente, ritiene che sia una opportunità , purtroppo spesso per la propria persona e non certo per l’interesse collettivo, ostentare una pseudo contrarietà al sistema che essi stessi stanno utilizzando. Naturalmente un ringraziamento a Marco per i dieci minuti di buonumore regalati, con buona pace di chi , ipocritamente, si ritiene immune da critiche solo per un’appartenenza politica ormai del tutto anacronistica come quella grillina.
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Gloria, ricordo un video di forse uno o due anni fa, nel quale il sindaco di Portici raccontava di come fosse in ansia il giorno prima della rimozione dei cassonetti dalle strade cittadine. Raccontava di mesi e mesi di preparazione ed informazione e di come la notte non avesse dormito per il pensiero della reazione dei cittadini, privati all’improvviso dei cassonetti. Raccontò come il giorno dopo fu assolutamente sorpreso dalla disciplina della sua gente e dalla loro meticolosità, scoprendo d’improvviso una cittadinanza diligente ed attenta, sfatando anche i luoghi comuni di cui sono piene le considerazioni del popolo napoletano. Non so di quale partito fosse, e proprio non lo voglio sapere, ma di certo ha dimostrato, lui e la sua città, che si può essere diversi, si può essere migliori e la speranza che anche questa città lo sia può non essere vana, se c’è chi ci riesce perchè non si dovrebbe riuscire anche qui? Proprio perchè ci sono luoghi migliori possiamo credere nella speranza di un cambiamento, è possibile. Ricordo bene che non nominò alcun partito, tantomeno il suo, ne il governo, mi chiesi, senza risposta, di quale partito fosse, cosa che è evidente segno di quanto sia spesso irrilevante l’appartenenza politica quando si opera per la città. Da noi, invece, l’appartenenza è sempre l’essenza del dibattito politico, il fossato, il muro che divide. Volessi mettere a confronto i motivi di divisione con i motivi d’unione ne trarrei un rapporto davvero desolante. Ecco Gloria, se vogliamo essere speranza, e non solo invocarla, dobbiamo cercare di togliere motivi dal lato delle divisioni, e metterne di nuovi nel lato delle cose che uniscono. La speranza è qualcosa da coltivare non è cosa da “attendere”.
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Marco, non si può capire il Codice trascurando il ruolo occulto dell’Opus day e del Priorato De Sio nella ricerca del Santo Griil.
Devi andarti a rileggere il Di Maio, temo
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