Perché

di FABRIZIO BARBARANELLI ♦

Creare uno spazio libero, un luogo aperto in cui confrontare le idee.
Può sembrare persino banale in un mondo normale.
Ma viviamo in un mondo normale?

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar”. Un giudizio sommario e forse ingeneroso quello di Umberto Eco, ma con qualche fondamento di verità.

Siamo in un’epoca in cui al ragionamento si va sostituendo sempre più l’urlo, l’insulto, la prevaricazione. La stessa tv ci offre soprattutto con i talkshow spettacoli indecenti che non costituiscono certo un esempio di civiltà.

Facebook, nel suo uso distorto, rischia di diventare un luogo in cui per aver ragione dell’interlocutore, ogni mezzo sembra legittimo: la denigrazione, l’irrisione, la totale assenza di rispetto e di tutela della altrui dignità. L’improperio irridente sembra essere la carta vincente.

Il patrimonio delle idee, il ragionamento, la cultura stessa vengono emarginati e molti che per professionalità e competenze potrebbero dire la loro, si tengono lontani dall’impegno nella società e nel mondo della comunicazione per non correre il rischio di essere coinvolti in situazioni intollerabili.

E’ inevitabile che anche la società e le istituzioni siano permeate da questi comportamenti e si trasformino sempre più in luoghi ingestibili e condizionati dagli urlatori di turno.

Si perde così l’impegno collettivo, il senso della comunità come luogo in cui trovare comuni ragioni di convivenza, di dialogo e di confronto.

La comunità: una parola magica che esprime il senso di appartenenza, la volontà di lavorare insieme per migliorare le condizioni di esistenza, che impone nelle scelte di fondo la ricerca delle più vaste intese, che induce comportamenti di tutela e difesa del territorio, di amore per i suoi beni, che isola il vandalismo, l’ignoranza, la violenza.

Civitavecchia non è sempre stata così. Siamo a un punto bassissimo della sua storia. Bisognerà pure riallacciare i nodi di una coscienza collettiva che si fa governo, senza pregiudiziali ed esclusioni. Non sono queste forse le priorità soprattutto in una città che va sempre di più declinando?

Solo così può riprendere forza ciò che si agita sui veri problemi della città: l’ambiente, le condizioni di vita, il lavoro, la dignità, la difesa dei più deboli.

Tutto questo passa necessariamente per la ripresa del dialogo e del confronto libero ed aperto.

Ci si può provare? Si può tentare di offrire un luogo, uno spazio, in cui si possa esercitare l’antica e civile pratica del confronto senza insulti e prevaricazioni, in cui chi ha da offrire idee e voglia esprimerle può farlo liberamente?

Spazio libero aspira ad essere un momento di questo indispensabile processo.

Apriamo il blog a tutti e a tutte le idee. Senza esclusione alcuna. Lo apriamo ai commenti liberi, alle diverse opinioni, con un argine solo alla violenza verbale, all’insulto e alla denigrazione degli altri.

Perché spazioliberoblog vuole essere uno dei luoghi della tolleranza, della civiltà dei rapporti e del dialogo, anche quando le opinioni sono radicalmente diverse.

di FABRIZIO BARBARANELLI


Componenti Redazione: Marcello Rocchetti, Fabrizio Sciarochi